Lo scorso mese siamo tornati, dopo una breve assenza, nel mondo distopico di Morgan Lost, il cacciatore di serial killer creato dalla fervida immaginazione di Claudio Chiaverotti. Questo numero 0 del nuovo corso della collana, ribattezzata per lโoccasione Morgan Lost Dark Novels, ha introdotto una serie di cambiamenti alla pubblicazione che hanno segnato un preciso messaggio ai lettori: nulla sarร piรน come prima.
Una delle critiche mosse alla precedente seri di albi di Morgan Lost era la mancanza di continuity nelle storie, unโesigenza per molti lettori che รจ diventata la base di questo nuovo corso. Se nel numero precedente Claudio, aiutato dagli incantevoli disegni di Val Romeo, ha voluto riallacciare il nostro rapporto con Morgan raccontandoci un lato ancora sconosciuto del suo passato, con La sindrome di Biancaneve ha deciso di rompere ogni indugio ed avventurarsi allโinterno di una narrazione piรน oscura e libera.
La sindrome di Biancaneve รจ il nuovo, travolgente albo delle Morgan Lost Dark Novels
Non รจ un caso il riferimento ad un certo stile di concepire la narrazione a fumetti, la graphic novel โmillerianaโ. Come ben ricorda chi ha adorato Born Again, le didascalie erano un utile momento di riflessione con cui lโautore americano ricapitolava la storia da unโuscita allโaltra. Chiaverotti utilizza alla stessa maniera questo strumento narrativo, lo trasforma e lo plasma per coinvolgere il lettore nellโambientazione di New Heliopolis e nella mente dei personaggi.
La sindrome di Biancaneve ha un passaggio in cui il creatore della serie inserisce un altro turning point nella storia che conosciamo, ennesimo bivio di scelte che ha portato a questo universo alternativo. Anche questo รจ un tassello della continuity tanto attesa, la creazione e soliditร del mondo narrativo, utilizzando degli eventi storici o figure emblematiche dello scorso secolo piegandoli in modo credibile allโesigenza della storia.
E in tutto questo costruire un mondo, viene ricostruito anche Morgan, passando da punti fermi che abbiamo giร visto nella precedente serie. Le figure essenziali della vita del cacciatore di taglie sono tutte presenti in questo albo, in quella che sembra inizialmente una composizione di due diverse storie.
La prima parte con un ritorno eccellente (che non nomino ma tutti sappiamo, ormai) รจ psicologicamente coinvolgente, disturbante e suggestiva al contempo. La nemesi di Morgan ritorna seguendo lโiter iniziato nellโarrivederci con cui lo avevamo salutato, in una veste che destabilizza anche lo stesso Morgan. Claudio Chiaverotti vuole travolgere con una pressione psicologica incredibile il lettore e il suo secondogenito allo stesso tempo. Se noi ci limitiamo a strabuzzare gli occhi per certe scene, immaginate come debbano stridere nella psiche di Morgan, direttamente coinvolto.
Ma ciรฒ che piรน mi ha sorpreso รจ come viene dipinto il Direttore. Mostrato inizialmente come il padrone che domina dallโalto, nelle pagine seguenti appare una figura curiosamente fragile, disperato, spaventato lui stesso da questa fragilitร , che per la prima volta ci viene mostrata. La sindrome di Biancaneve รจ una sorpresa continua, ti travolge con tutti questi piccoli dettagli che si inseriscono con precisione nel meccanismo del mondo di Morgan Lost.
Questo albo รจ il vero e proprio inizio delle Dark Novels, e come un buon pilot di una serie Chiaverotti apre le danze al meglio, iniziando a creare dei presupposti narrativi che, pur affondando in quanto letto in precedenza, sono pronti a stravolgere lโuniverso di Morgan Lost.
E come ci si aspetterebbe, un buon inizio deve gratificare anche lโocchio di chi legge. Max Bertolini fa onore al suo compito con le tavole di questo albo. Sfruttando al meglio il nuovo formato piรน ampio, Max rompe ogni indugio e trasmette tutto il feroce dinamismo e lโinquietudine della trama di Chiaverotti nel disegno. Le espressioni dei personaggi sono impressionanti (vedere duello Morgan e โritorno tanto attesoโ), la costruzione del crescendo emotivo รจ valorizzato da inquadrature, dettagli e cura maniacale di ogni singolo aspetto. Il nostro occhio viene ingannato fino allโultimo nella prima parte dellโalbo, grazie ad una studiata androginia di un personaggio chiave, fino allโesplosione di violenza, al volto impossibilmente folle che riesce perรฒ ad incanalare tutto il pathos del momento. E meglio che non commenti la stupefacente tavola finale, o dovreste spiegarmi come lโurlo di un personaggio dei fumetti possa bucare la pagina! Da segnalare la solita genialitร di Max nel realizzare la parte piรน tecnologica e โambientaleโ delle tavole, una caratteristica di Bertolini che รจ divenuta la forza stessa del suo progetto piรน personale, Hangar 66.
Il nuovo formato di Morgan Lost รจ ottimo per esaltare il talento pittorico di Fabrizio de Tommaso, che abbandonando la classica visione della tavola composta per la copertina, ci offre unโunica immagine. Potente, inquietante e disperata, ma che riesce a raccogliere tutto il contesto emotivo dellโalbo e lo amplifica, in un perfetto equilibrio di disegno e colorazione.
Ora la domanda รจ come fare resistere fino al 23 gennaio con Il signore della morte!