Ven 8 Novembre, 2024

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Morgan Lost Dark Novels: Lisbeth, il momento più buio di Morgan

Quando ti affezioni ad un personaggio, inizi a considerarlo un amico, una persona a cui vorresti augurare il meglio e che, per quanto le sue traversie ti appassionino, speri di veder realizzare quei piccoli sogni che lo spingono a non mollare. Morgan Lost, il secondogenito di casa Chiaverotti, è esattamente questo per me, un amico che ho visto affrontare grandi sfide, che nelle Morgan Lost Dark Novels sono divenute una sorta di martirio.

Il secondo corso delle avventure del bounty hunter di New Heliopolis si è rivelato incredibilmente spietato, ha voluto portare il protagonista verso un vortice di sofferenza e tensione che difficilmente potrebbe lasciare immutato un uomo. O il suo padre-autore.

Con Lisbeth, le Morgan Lost Dark Novels colpiscono il lettore senza pietà

Rileggendo i preamboli delle Morgan Lost Dark Novels ho riscontrato come il viaggio interiore di Morgan abbia, in un certo senso, coinvolto anche Claudio Chiaverotti. L’autore torinese, di indole riservata per quanto amichevole, ha pian piano aperto il proprio mondo ai lettori, come un padre che lentamente familiarizza con gli amici del figlio e li rende parte della propria famiglia. Le Morgan Lost Dark Novels sono stata apprezzate (e anche criticate, va detto) per tanti aspetti, ma mi piace pensare che siano state un nuovo legame anche tra Claudio e i suoi lettori.

Perché sono sicuro che nello scrivere certe scene, specialmente in Lisbeth, Chiaverotti abbia voluto spingere la narrazione verso picchi emotivi incredibili, con una voglia matta di farci vivere al meglio la fatica interiore di Morgan. Non avrei mai immaginato che la storia di Morgan andasse in questa direzione, lo confesso. Per quanto arduo e estremo, avevo la speranza che le Dark Novels culminassero in una rinnovata serenità del personaggio, ma era, come dicevo, il sentire amico Morgan.

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Non è nel destino del cacciatore di serial killer esser sereno, Morgan trae la sua forza dall’essere tormentato, nel toccare il fondo oscuro dell’animo umano e lottare per riemergere. Chiaverotti è un padre crudele, capace di mettere il proprio figlio di fronte a una vita dura e chiedergli di dare ancora di più, di spingersi oltre.

Questo è l’albo più straziante e massacrante dell’intera saga, a mio avviso. Dopo quella che sembra un’odissea per il nostro Morgan, il dover affrontare la sua nemesi e le conseguenze, anche inattese, che ne derivano, ci si aspetta che finalmente la sua vita possa seguire un percorso sereno. Ma, come è noto, gli happy endings appartengono ai film.

Chiaverotti realizza una profezia apparsa sul finire di un numero della scorsa stagione di Morgan Lost, quando il nostro eroe si chiedeva quanto potesse durare questa sua sanità mentale, cosa servisse per andare oltre e passare dall’altro lato della barricata. La risposta è in Lisbeth, quell’interrogativo sembra prendere forma in ogni pagina, fino ad un culmine che spezza ogni catena e ci regala un momento di profonda empatia con Morgan.

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Il tutto grazie alla figura femminile, in questo caso Lisbeth. Ancora una volta sono i grandi amori a ferire maggiormente un personaggio di Chiaverotti, con una tragicità che esalta, in realtà, l’amore che lega i protagonisti. Quello che può sembrare un colpo di scena crudele è in realtà, nella visione del mondo di New Heliopolis, un gesto di amore incredibile, il donare una vera libertà a chi si ama.

Lisbeth diventa, all’interno del canone fumettistico, quella che potremmo definire la rinascita del personaggio. Morgan arriva alla fine di questo arco narrativo più umano e fragile che mai, condotto al punto di rottura a cui tanti avversari lo hanno in precedenza spinto, ma anziché arrendersi, riemerge dalle proprie debolezze, mosso da una forza d’animo che gli deriva dal sapere che ci sono ancora conti da chiudere.

Claudio Chiaverotti firma una delle storie più belle del suo personaggio, giocando in modo intelligente sulla suddivisione della trama nelle tavole, andando a creare delle illusioni nel lettore che vengono a creare una dinamica emotiva intensa e mai scontata.

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Se a tutto questo aggiungiamo il lavoro di disegnatori particolarmente ispirati, ecco che Lisbeth diventa un piccolo gioiellino. Andrea Fattori e Mirco Pierfederici ritraggono al meglio la storia scritta da Chaiverotti, riuscendo a spremere ogni emozione dalle tavole. In alcuni passaggi sentirete una morsa al cuore, soffrirete e sfiorerete la follia propria come Morgan, in virtù di questi disegni così realisti e suggestivi.

E qualcuno sogghignerà anche, vedendo Morgan citare la celebre battuta di un noto poliziotto cinematografico con problemi legati a grattacieli e aereoporti.

Un applauso va a Fabrizio de Tommaso, che ancora una volta interpreta in modo personale e affascinante la traversia interiore di Morgan.

Dopo Lisbeth, sale l’attesa per l’albo di agosto, Ricordi, dove alle matite avremo nientemeno che il Maestro Corrado Roi!

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