Gio 19 Dicembre, 2024

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New York 2140: la distopia all’ombra della grande mela – Recensione

Con un disastro ambientale previsto nei prossimi anni, il riscaldamento globale irreversibile e il clima in totale stravolgimento, New York 2140 cade proprio a fagiolo.

Il nuovo libro di Kim Stanley Robinson, edito in Italia da Fanucci Editore, รจ un romanzo distopico ambientato nella Grande Mela in un prossimo futuro.

Lโ€™autore รจ noto per i suoi libri di genere fantascientifico, come la trilogia di Marte, e ha sempre presentato scenari apocalittici futuri, ma New York 2140 รจ diverso; la sua particolaritร  sta proprio nel fatto che il futuro non รจ poi cosรฌ lontano da noi, nรฉ cosรฌ tanto fantasioso.

Sinossi

La cittร  statunitense รจ stata improvvisamente sommersa con la Prima e la Seconda Ondata e si รจ trasformata in unโ€™isola di grattacieli. Le strade sono diventate canali e ogni edificio รจ un mondo a sรจ.

Eppure, la vita dei cittadini รจ andata avanti: la polizia ha sempre molto lavoro da fare, le star di Internet continuano ad avere successo, ognuno ha il suo posto, come un ingranaggio perfettamente oliato.

Ma quando i programmatori, residenti sui tetti, cominciano a sparire uno dopo lโ€™altro, la vita dei newyorkesi cambia per sempre, mettendo in pericolo le fondamenta della cittร  stessa.

La riflessione sul riscaldamento globale

Lโ€™idea di fondo del libro รจ sicuramente interessante e promette molto bene, soprattutto vista la situazione attuale e i dibattiti che ne conseguono.

Leggere un libro ambientato a poco piรน di un centinaio dโ€™anni da noi, in una cittร  ben nota e con uno scenario distopico ben poco fantasioso รจ senza dubbio intrigante e, a dirla tutta, mette anche un poโ€™ dโ€™angoscia.

Le descrizioni dei lavori di manutenzione degli edifici, dellโ€™organizzazione della nuova societร  e di come si svolgono le nuove professioni create con lโ€™inondazione sono accurate e piene di dettagli.

E proprio questa concretezza visiva rende il tutto ancora piรน spaventoso proprio perchรฉ sembra reale.

Quando una buona idea di fondo, da sola, non basta

Se la base รจ molto buona, ciรฒ non si puรฒ dire dello stile e della trama.

รˆ vero che le descrizioni sono utili e danno un senso alle situazioni, rivelando di essere, inoltre, un aiuto prezioso per caratterizzare lโ€™ambientazione, ma allo stesso tempo, perรฒ, sono molto monotone e totalmente prive di figure retoriche.

Intendiamoci: finchรฉ si descrivono i lavori di manutenzione in un edificio possiamo capire la totale assenza di emozioni, ma cโ€™erano tante occasioni dove si poteva fare molto meglio.

I personaggi sono piatti allo stesso modo; ci troviamo di fronte a una schiera di persone che riusciamo a distinguere solo per il nome: sono praticamente tutte uguali.

Infine, la trama รจ davvero debole, non perchรฉ incoerente ma perchรฉ del tutto priva di movimento. Le vicende sono banali e sembrano non decollare mai, non cโ€™รจ un’evoluzione dinamica della storia.

Insomma, รจ un peccato dirlo ma questo romanzo รจ un po’ noioso. Si tenta di andare avanti con la lettura, anche se spesso a fatica, attendendo un colpo di scena o qualunque altra cosa che faccia aumentare il ritmo, ma ciรฒ non avviene mai.

Visto e considerato che, con le sue 600 pagine, New York 2140ย non risulta lunghissimo, a causa della noia il lettore rischia di perdersi a metร  strada o, addirittura, di decidere di cambiare libro, nella speranza di riprenderlo successivamente.

Conclusioni

La trama di New York 2140 si appoggia su unโ€™idea molto buona che puรฒ destare la curiositร  nei lettori, ma il rischio di perdere presto tale curiositร  รจ molto alto.

Se da una parte abbiamo unโ€™immagine precisa di New York e dei suoi cittadini, dallโ€™altra abbiamo una quasi perenne situazione di stallo e unโ€™imbarazzante mancanza di evoluzione dei personaggi.

Il fatto che lo stile sia spesso monotono di certo non aiuta, e il lettore rischia di uscirne davvero annoiato.

Un vero peccato.

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