Ecologia, eco-sostenibilitร e globalizzazione sono i temi che animano Okja, il nuovo e discusso film disponibile su Netflix
Il percorso di Okja verso il grande pubblico รจ stato preceduto da una polemica durante lo scorso festival di Cannes. Oggetto del contendere la liceitร di conferire ai prodotti di Netflix l’appartenenza al cinema che conta, quella schiera di pellicole che si contende premi come palme, orsi e leoni.ย Tralasciando la piattaforma di diffusione, il piรน moderno streaming al tradizionale schermo di una sala cinematografica, รจ indubbio che Okja sia un film che merita piena considerazione e soprattutto di esser giudicato per le emozioni che trasmette e non per il media con cui viene diffuso.
Okja รจ una storia che non nasconde mai il proprio animo profondamente animalista, un approccio che potrebbe renderlo ย manifesto di una cultura che si oppone ad allevamenti intensivi, senza sfociare nel torbido territorio delle bufale internettiane o nel complottismo.
Bong Joon-ho, sceneggiatore e regista, continua un percorso personale iniziato con The host e Snowpiercer, ma abbandona il tono tetro in favore di un racconto piรน delicato, che pur essendo interessante per un pubblico adulto tenta di utilizzare uno stile che si adatti anche ad una platea di giovani e giovanissimi.
La creazione del progetto del super maiale da parte della Mirando Corp รจ il punto di svolta nella gestione della fame del mondo, un’idea che presentata come un atto caritatevole verso la natura nasconde perรฒ un ben piรน concreto interesse economico. Per massimizzare questa scoperta, viene deciso di affidare i super maiali creati ad allevatori di diverse parti del mondo, nell’intento di scoprire quale sia il miglior luogo in cui crescere queste creature. Il progetto inizia nel 2007, con un orizzonte di 10 anni che culminerร nella premiazione del Miglior Super Maiale a New York.
All’interno di questo programma nasce l’amicizia di Mjia, adolescente coreana, e Okja, il super maiale affidato alle cure di suo nonno. Il rapporto bambino-creatura non รจ una novitร , da ET di Spielberg fino alle opere di Miyazaki questo espediente narrativo รจ stato utilizzato per creare un’empatia tra storia e spettatore; Okja non fa eccezione, anzi preme molto su questo dettaglio, strutturando il tutto in modo da farci sentire parte di questa amicizia. Il perfetto equilibrio di musiche, fotografia e recitazione dei personaggi รจ studiato alla perfezione, ed in certi punti sembra di lasciare il mondo del cinema per entrare in un anime.
Joon-ho ha voluto portare lo spettatore in una storia doppia. Okja รจ come una moneta, che mostra inizialmente una faccia da storiella leggera, farcita di situazioni e personaggi divertenti e poco reali, ma che sarebbero perfetti in un anime. La rocambolesca fuga nella metro di Seul, le movenze di poliziotti ed eco-terroristi sono esagerate, ridicole a tratti, ma non varcano mai quel sottile confine che le trasformerebbe in farsa; l’intento di questa prima fase รจ esaltare la figura di Mija (magistrale An Seo Yuhn, da seguire la sua carriera), che deve apparire come il punto focale della vicenda.
La giovane contadina viene esaltata in ogni modo, รจ il punto di rottura di un sistema che deve essere minato. L’iniziale confronto con il nonno per la sorte di Okja รจ il primo passo di una lotta del singolo contro la globalizzazione, il vero nemico della pellicola, una progressiva marcia verso la scomparsa di identitร e individualitร , chiave di lettura della scena in cui Mija cammina contro corrente su una scalinata gremita di gente, unica macchia di colore che si staglia nella marea grigia di una folla incolore e uniformata.
Okja costruisce un crescendo emotivo che nella prima metร della pellicola viene velato da una patina di comicitร , complici le ottime interpretazioni di Tilda Swinton, Jake Gillenhall e Giancarlo Esposito, che riescono a rendere quasi machiettistico il proprio ruolo, lasciando perรฒ trapelare in alcune occasioni un’inattesa profonditร (la confessione da ubriaco di Gillenhall รจ tragicomica). Il punto di svolta รจ l’arrivo in America, che si puรฒ intendere come un’accusa ad una societร iper-consumistica vista come il grande male.
Il tono della pellicola cambia, si perde quella leggerezza vissuta finora, con una radicale variazione anche dell’impostazione dei colori, piรน freddi e cupi. La giovane Mjia deve affrontare la dura realtร , avatar dello spettatore che viene guidato in un viaggio da incubo all’interno di mattatoi e fredde e rigide dinamiche economiche. Il pubblico piรน giovane qui viene messo a dura prova, con il regista che sceglie di non nascondere nulla, ma anzi di focalizzare l’attenzione sull’emotivitร delle vittime, con primi piani strazianti sugli occhi (incredibilmente umani) di Okja. ร un totale cambio di registro, una perdita dell’innocenza che Mjia vive in prima persona, trasmettendola a noi, destinatari del messaggio ecologista e sociale di Joon-ho.
Il difetto di Okja รจ proprio questo, il voler condensare in un film una serie di ottimi spunti che avrebbero avuto maggior senso in una miniserie, anche di due sole puntate. L’intento del regista รจ comprensibile, un pรฒ troppo stereotipato in alcune parti, ma profondo e sentito a livello personale, ma il rovescio della medaglia รจ il condensare il tutto, con un ritmo troppo rapido che penalizza alcuni personaggi (gli eco-terroristi avrebbero meritato piรน tempo a schermo). Premere sull’emotivitร รจ un buon escamotage, specialmente col pubblico piรน giovane, ma per l’audience piรน matura queste sbavature si fanno piรน evidenti. Okja vuole sensibilizzare, eccedendo in vis narrativa magari, ma perchรฉ mossa da una volontร preoccupata da certe tematiche, che vuol raggiungere piรน cuori possibili, iniziando dai piรน puri, quelli giovani; l’errore forse รจ l’aver pensato il film diviso in due tempi, indirizzandoli a diversi target e non tentando di realizzare un unico vettore globale.
Nonostante questo, Okja rimane un film che va visto assolutamente, per la recitazione dei protagonisti, per l’incredibile carica emotiva che permea tutta la pellicola ed alcune scelte stilistiche che sono dei tocchi di classe. Dare a Okja un giudizio viziato da un contrasto con l’argomento trattato sarebbe un’ingiustizia, l’opera di Bong Joon-ho merita di esser considerata nel suo valore di racconto moderno, dalla morale controversa, ma innegabile.