Bugie e pallottole è uno dei punti di svolta più intriganti dell’intera epopea di Orfani. Settimo albo della prima stagione, disegnato magnificamente dalla matite di Santucci e Bignamini, rappresenta il primo vero confronto tra il lettore e la storia orchestrata da Recchioni. Non è un caso che apra il terzo volume della serie Absolute di BAO Publishing, Orfani: Verità.
Orfani: Verità racchiude il punto focale della storia della saga fantascientifica di casa Bonelli
Se in Orfani: Bugie abbiamo assistito alla trilogia delle buie e mezze verità, con questo volume non c’è più spazio per nascondersi, la verità, orrenda e spietata presenta il conto. La domanda è se si è disposti a pagarlo, questo conto, e quanto si sia disposti a sacrificare.
Con i tre albi Bugie e Pallottole, War Pigs e Freddo come lo spazio, il ritmo di Orfani trova una nuovo equilibrio, arrivando ad un climax in cui le sensazioni vissute nei precedenti albi ( o volumi, in base alla modalità di lettura), prendono finalmente corpo, mettendo in mostra la realtà del futuro immaginato da Recchioni.
A ben vedere, la storia dell’autore romano ha un tocco della fantascienza classica, quella nata non tanto per l’avventura fine a se stessa, ma come strumento di critica, una nota fuori dal coro che vuol diventare la scintilla di un pensiero critico. Orfani: Verità raccoglie il trittico di albi che più di ogni altro mette il lettore davanti a queste riflessioni.
Dopo aver assistito alla presa di coscienza di Ringo, ora tocco a noi lettori prendere una posizione, grazie ad un’arma ad oggi non utilizzata da nessun protagonista: la verità.
Se la macrotrama si avvolge intorno a questo fondamento della saga, la parte migliore di Orfani: Verità è come la narrazione sia costruita in modo da lasciare spazio alla crescita dei personaggi. Quello che sembra un duello interiore costruito sulla rivelazione esplosiva di Orfani: Verità, viene invece reso un lento percorso di crescita i cui semi sono stati lanciati nella vita dei personaggi già dai primi giorni del loro addestramento.
Le scelte e le macchinazioni della Juric e di Nakamura nella loro adolescenza, mezzi segreti mai pienamente rivelati, hanno condizionato in modo sottile le loro vite, creando anche delle illusioni di sentimenti, lasciando il dubbio che non tutto fosse spontaneo, ma volutamente condizionato. In questo caleidoscopio di emozioni e forzature, assistiamo alla prima missione degli Orfani, alla dura realtà di un pianeta ormai preda di odio e rabbia, in cui dei ragazzini sono addestrati per fare cadaveri, semplici armi che devono solo essere puntate.
Giorgio Santucci è magistrale nel mostrare il primo combattimento degli Orfani (Bugie e pallottole), mentre tocca a Davide Gianfelice regalare ai lettori la prima missione ufficiale degli Orfani (War Pigs), con una realizzazione toccante dell’impatto della realtà sui giovani guerrieri. La costruzione psicologica dei personaggi è una delle costanti di Orfani, si crea una continuità tra storia e disegno che rafforza questa dimensione di necessità e durezza, che viene esalta dalle rivelazioni di Orfani: Verità.
Orfani:Verità contiene uno dei picchi emozionali più travolgenti della saga
In tutto il volume a svettare è Ringo, l’elemento più incontrollabile e puro della squadra. Lui scopre la verità, lui è pronto a perdere tutto perché venga rivelata, ma deve ancora affrontare la reazione dei suoi compagni, scontrarsi con un pragmatismo che rende ormai tutto già deciso, uno scontro perso. Orfani: Verità sembra dirigersi verso un finale scontato, ma in realtà contiene il punto di svolta della prima stagione (e poi dell’intera saga).
Non si tratta di scelte morali o giudizi da parte dell’autore, la critica insita nel DNA della saga non viene mia presentata come la chiave di lettura univoca degli eventi. Recchioni e il team di straordinari disegnatori (Bignamini nuovamente in stato di grazia, Cavenago e dell’Edera ispirati a dovere) si limitano a raccontare, a presentare i fatti e mostrare le reazioni dei personaggi. Non ci sono giudizi su buoni o cattivi, c’è la Storia, nuda e cruda, con alcuni spunti di riflessione che vengono regalati al lettore.
Come per i precedenti volumi, BAO Publishing confeziona Orfani: Verità con la sua solita cura, esaltandone la colorazione e offrendo come di consueto uno sguardo più da vicino al lavoro dietro l’albo. Pur avendo una passione personale per il classico formato ‘bonelliano‘, devo ammettere che l’edizione in volume è probabilmente l’edizione migliore per godersi appieno l’epopea di Orfani.