Nella serata di venerdì scorso si è purtroppo conclusa la fallimentare missione della sonda Peregrine, primo lander privato commerciale che avrebbe dovuto conquistare la Luna e riportare gli USA sulla superficie del nostro satellite dal lontano 1972, anno in cui si conclusero le missioni Apollo.
Come previsto, la sonda di Astrobotic si è diretta verso la Terra disintegrandosi in sicurezza a contatto con l’atmosfera sull’oceano Pacifico meridionale. La sua traiettoria di rientro l’ha portata al largo delle coste settentrionali della Nuova Zelanda, ma essendo una sonda di piccole dimensioni progettata per non ritornare sulla Terra, molto probabilmente nessun frammento arriverà integro in mare.
(1/3) Final Update for Peregrine Mission One pic.twitter.com/4NWeCpyLFh
— Astrobotic (@astrobotic) January 19, 2024
Cosa è successo alla sonda Peregrine?
Peregrine era stata lanciata lo scorso 8 gennaio 2024 da Cape Canaveral ma, al momento della separazione di uno dei componenti del razzo vettore Vulcan, si è verificata una rottura di uno dei serbatoi di carburante con conseguente perdita di propellente.
A distanza di 7 ore dal lancio, si è cominciato a notare che Peregrine non stava seguendo la giusta traiettoria, con i pannelli solari non correttamente allineati che non stavano caricando a dovere le batterie. Poco dopo i tecnici hanno notato che il propellente stava fuoriuscendo da uno dei serbatoi, crepatosi probabilmente a causa una piccola valvola bloccata. La fuoriuscita di propellente ha quindi modificato l’orientamento di Peregrine che, avendo perso troppo carburante, non era più in grado di raggiungere la Luna ed eseguire tutte le manovre necessarie per un allunaggio morbido.
A quel punto Astrobotic, dopo aver mestamente realizzato che la missione era totalmente compromessa, si è attivata per far rientrare la Peregrine in totale sicurezza. Così, dal centro di controllo sulla Terra, è stata effettuata una serie di manovre, tra le quali 23 brevi accensioni del motore principale, che hanno permesso di impostare una nuova traiettoria e “dirottare” la sonda verso il nostro pianeta.
Finisce così malamente questa missione privata, comunque finanziata dalla NASA, nell’ambito del programma Commercial Lunar Payload Services (CLPS). Tale programma ha l’obiettivo di coinvolgere le aziende private in piccole e “semplici” missioni che dovrebbero trasportare strumentazione scientifica e altro materiale sulla Luna in vista del ritorno dell’uomo sul nostro satellite grazie al programma Artemis.