Il nuovo trailer di Predator: Badlands, pubblicato da 20th Century Studios in queste ore, ha acceso la fantasia degli spettatori con indizi visivi che collegano l’universo di Predator a quelli di Alien e Independence Day. In poco più di un minuto, il video ha scatenato teorie su Reddit e X (ex Twitter), lasciando intendere che il film non sarà una semplice avventura stand-alone, ma potrebbe rappresentare un punto di svolta per il franchise.
Ecco il teaser trailer di Predator: Badlands, la cui uscita prevista al cinema è stata fissata per il 7 novembre 2025.
Il ritorno di Weyland-Yutani e… un Harvester?
Uno degli indizi più chiacchierati riguarda il personaggio interpretato da Elle Fanning, Thia: una scena mostra un dettaglio nei suoi occhi che rivela il logo della Weyland-Yutani, la famigerata corporazione del mondo di Alien. Questo conferma che Thia è un androide sintetico, esattamente come Ash, Bishop o David nella saga originale.
La presenza della Weyland-Yutani fa di Predator: Badlands il primo film dal 2007 (dai tempi di Aliens vs. Predator: Requiem) a stabilire un collegamento esplicito con l’universo di Alien.
E poi c’è la parete dei trofei, una scena classica per i fan di Predator. Tra i resti di creature sconfitte, spunta un teschio che molti credono appartenere a un Harvester, gli alieni giganti di Independence Day (1996). Nessuna conferma ufficiale, ma la scelta di includerlo è tutt’altro che casuale. Il film potrebbe non solo omaggiare più franchise, ma anche gettare le basi per un universo condiviso più ambizioso.
Trama e cast: un Predator emarginato e un’androide ribelle
Al centro della storia c’è Dek, un giovane Predator interpretato da Dimitrius Schuster-Koloamatangi, emarginato dal proprio clan. Il suo cammino incrocia quello di Thia (Elle Fanning), e i due formano un’alleanza improbabile in un pianeta ostile del futuro. La loro missione? Sopravvivere, scoprire la verità e forse affrontare una minaccia più grande di quanto immaginino.
Alla regia torna Dan Trachtenberg, già apprezzato per Prey (2022), con l’intento dichiarato di mescolare mitologia esistente e sci-fi contemporanea.