Curon, la serie TV Netflix che arriverà il 10 giugno prossimo, è ambientate in Italia, nell’omonimo comune in provincia di Bolzano immerso nelle Alpi al confine tra Italia e Austria. È una località turistica della Val Venosta conosciuta da molti per il suo caratteristico campanile che spunta dalle acque del Lago di Resia. Ma quale storia si nasconde dietro a questo luogo tanto affascinate quanto misterioso?
La storia del campanile di Curon, a metà strada tra leggenda e realtà
Dopo essere stati nel borgo fantasma di Celleno o nel castello di Montecalvello con la recente serie TV Luna Nera, Netflix ci porta a scoprire un altro luogo meraviglioso tutto italiano, situato in Alto-Adige. In una terra di prelibatezze gastronomiche e distese di mele, troviamo paesaggi fantastici che nulla hanno da invidiare alla Terra di Mezzo neozelandese o alle magiche atmosfere fantasy dei paesaggi del nord Europa.
Tra ruscelli, boschi e cime innevate, nell’alta Val Venosta, c’è uno dei luoghi più misteriosi e turisticamente attrattivi di tutta Italia: il campanile sommerso nel Lago di Resia.
Meta turistica e protagonista di migliaia di fotografie e immagini da cartolina, questa icona del paesaggio alpino alto atesino è sempre stata al centro di miti, leggende o storie incredibili che, in qualche modo, avevano a che fare proprio con la bizzarra immagine del campanile in mezzo al lago. Tanti racconti nascondono quella che è la vera natura del campanile, o la storia che, appunto, ha portato le acque a sommergere un intero villaggio eccetto il suo campanile trecentesco.
La non consapevolezza dei reali fatti dietro a questa vicenda, hanno portato al diffondersi non solo di leggende e racconti misteriosi, ma anche di incredibili inesattezze e storie inventate di sana pianta che parlano di origini simile al Vajont, con un disastro annunciato e decine di morti., oppure che il campanile sia una costruzione puramente a scopo turistico. Cerchiamo quindi di spiegare qual è la realtà dei fatti, ben lontana da queste falsità.
Un progresso “distruttivo”
Per capire la storia dietro al campanile di Curon dobbiamo tornare indietro di quasi cent’anni. Partendo da un progetto risalente all’impero austro-ungarico, nel 1920 lo Stato Italiano (di cui l’Alto Adige faceva da poco parte) riprese le carte del progetto per realizzare un bacino artificiale per la produzione di energia elettrica. Un progetto che prevedeva l’alzamento del livello del lago di 5 metri, fattore che non comprometteva nessuno dei paesi vicini.
Nel 1939 al consorzio Montecatini fu concesso di realizzare la diga alla fine del Lago di Mezzo (ai tempi il lago di Resia era diviso in due laghi, mentre a sud si trovava l’attuale Lago della Muta). Il nuovo progetto però prevedeva l’innalzamento dell’acqua fino a 22 metri, un livello che comprometteva l’esistenza dei villaggi di Curon e Resia. La Seconda Guerra Mondiale mise un freno alla realizzazione della diga, lasciando negli abitanti della zona la speranza che il lago artificiale non potesse mai vedere la luce.
Nel 1947 però, all’insaputa di tutti, la Montecatini annuncio l’inizio dei lavori. Case e terreni vennero espropriati, tutti gli abitanti di Curon furono costretti a trasferirsi o vennero sistemati in baracche di fortuna all’inizio della Vallelunga. Nel 1950, a lavori ultimati, le chiuse furono serrate e l’acqua di alzò, sommergendo quel poco che restava del paese eccetto il campanile. 677 ettari di terreno furono allagati e circa 150 famiglie persero i loro averi.
Ora il campanile è il simbolo di Curon ed è una meta turistica per molte persone o sosta per chi è solo di passaggio. Quando la superficie del lago si ghiaccia può essere addirittura raggiunto a piedi, ma l’alone di mistero attorno al campanile è dato soprattutto dalla leggenda secondo la quale, nelle rigide notti invernali, si senta il suono delle campane (rimosse negli anni ’50) riecheggiare tra le montagne, come una sorta di pianto sommesso del paese fantasma sul fondo del lago.
L’unico vera tristezza, al momento, è il rammarico per le persone che vivevano a Curon, intere famiglie che ci hanno messo parecchi anni per riprendersi quello che avevano perso a favore del “progresso”.
Questa è la storia nascosta dietro al campanile sommerso di Curon, una storia che confronteremo a breve con ciò che verrà narrato nelle serie TV di Netflix. I fattori comuni sono sicuramente il mistero ed il contesto paesaggistico alpino. La trama dello show, descritto come un supernatural drama, sarà ovviamente molto fantasiosa per riuscire a raccontarci quello che magari molti si immaginano ma che è, come abbiamo detto, molto lontano dalla realtà dei fatti.