Quando due scienziati “viaggiarono nel tempo” per davvero, senza DeLorean ma grazie alla teoria di Einstein

Dimenticate la DeLorean, i fulmini da 1,21 gigawatt, le cabine telefoniche e le astronavi che si piegano nello spazio-tempo: il viaggio nel tempo è successo davvero. E non su uno schermo di un cinema, ma nel cielo, sopra le nostre teste.

Correva l’anno 1971, due astronomi americani misero alla prova una delle idee più affascinanti mai partorite da una mente umana: la teoria della relatività. Il risultato? Un esperimento che ha fatto viaggiare nel tempo, anche se solo di qualche nanosecondo, i due scienziati e i loro orologi.

Tutto parte da Einstein

Facciamo un salto indietro nel tempo, giusto per restare in tema, fino al 1905. Albert Einstein tira fuori la Teoria della Relatività Ristretta, che in soldoni dice una cosa rivoluzionaria: il tempo non scorre alla stessa velocità per tutti. Esso dipende da quanto velocemente ci muoviamo e da dove ci troviamo. Insomma, se viaggiamo abbastanza velocemente, potremmo “rallentare” il tempo rispetto a chi resta fermo.

L’esperimento di Hafele e Keating

Nel 1971, Joseph C. Hafele e Richard E. Keating decisero di portare questa teoria fuori dai laboratori e dentro… due aerei di linea. Gli scienziati presero tre orologi atomici. Ne lasciarono uno in aeroporto mentre, gli altri due, li portarono con sé a bordo di due voli due voli intorno al mondo che viaggiavano uno in direzione opposta all’altro.

L’aereo che volava verso est si muoveva nella stessa direzione della rotazione terrestre facendo si che le due velocità si sommassero. In questo modo per l’orologio a bordo sarebbe trascorso meno tempo. L’altro aereo, invece, volava verso ovest, quindi in senso contrario alla rotazione terrestre, tanto che le due velocità si sarebbero sottratte.

Al ritorno, i due scienziati confrontarono i loro orologi con quello rimasto a terra e, proprio a confermare la teoria di Einstein, osservarono che:

• l’orologio sull’aereo quello che aveva viaggiato verso est (nella stessa direzione della rotazione terrestre) era indietro di 59 miliardesimi di secondo;
• l’orologio sull’aereo che si era spostato verso ovest, invece, guadagnò 273 miliardesimi di secondo.

Niente auto che spariscono lasciando scie di fuoco dopo aver raggiunto le 88 miglia orarie, ma comunque si era trattato di un vero viaggio nel tempo. Documentato. Verificato.

Anche per gli astronauti il tempo scorre più lentamente

Anche gli astronauti che orbitano attorno alla Terra vivono questa stessa “distorsione temporale”. Il caso più famoso? Scott Kelly, astronauta che ha passato 340 giorni a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Al suo ritorno, Kelly era tecnicamente più giovane di suo fratello gemello Mark. Di poco, certo. Ma era ringiovanito viaggiando indietro nel tempo.

Quindi possiamo prenotare un viaggio nel tempo?

Tuttavia, nonostante la riuscita dell’esperimento di Hafele e Keating, dovremo andarci piano con il sogno di una vacanza nel passato.

Questi viaggi nel tempo sono un effetto collaterale della velocità, non un biglietto di andata per l’Antica Roma o il Medioevo.

Per ora, siamo più vicini agli esperimenti da laboratorio che a un episodio di Doctor Who. Ma sapere che il viaggio nel tempo è scientificamente possibile, anche in forma microscopica, è abbastanza per far sognare chiunque abbia mai voluto vivere nel passato… o dare una sbirciata al futuro… Grande Giove!!!

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