Lun 18 Novembre, 2024

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Redout, la velocità parla italiano! – Recensione

Redout riporta sui nostri schermi la frenesia di storici race game, con un’anima arcade tutta italiana!

All’epoca della prima Playstation (e non dico l’anno per non sentirmi incredibilmente vecchio) mi ero letteralmente perso per un gioco di corse futuristico, i cui mezzi erano spinti da un motore a levitazione magnetica, impegnati in gare al limite dell’impossibile su circuiti assurdi. Scommetto che qualche veterano dei videogiochi ha la lacrimuccia della nostalgia, e sta sussurrando WipeOut, memore delle tante emozioni (ed imprecazioni) che ci ha donato il titolo di Psygnosis.

Questo effetto nostalgia mi si è rinverdito quando qualche giorno fa, quando un amico mi ha segnalato che su Steam era presente un titolo che ripresentava in pieno questa mia passione: Redout.

La soddisfazione è che questo indie game è un prodotto made in Italy, creato dal team torinese 34BigThings, che ha usato come punto di partenza una buona conoscenza delle meccaniche di gioco di grandi titoli del passato (da F-Zero a POD), in modo da offrire al giocatore un’esperienza che sia in primis coinvolgente. Segno della sicurezza del team di sviluppo è la scelta, attualmente poco praticata da tanti sviluppatori e publisher, di offrire ai potenziali giocatori la possibilità di provare una demo, un rispetto verso i player che già di per sé frutta una pacca sulle spalle a 34BigThings!

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In Redout siamo dei piloti di velocissimi mezzi da corsa, che su un cuscinetto magnetico sfrecciano a velocità folli (altro che le competizioni di sgusci su Malastare), impegnati in diverse tipologie di gare (dal tempo allo scontro diretto) in una carriera che ci consente di accumulare ricchezze da sfruttare per l’acquisto di nuovi bolidi e dei relativi potenziamenti.

La struttura di gioco per la parte ‘gestionale‘, quella del box diciamo, è classica, anche se presenta qualche spunto interessante; i power up sono divisi in due categorie (Attivi e Passivi), con un bilanciamento e una varietà che si adatta bene non solo alla nostra tipologia di gara, ma che diventano anche dei requisiti minimi per partecipare a determinati eventi.

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Il corretto uso dei power up è essenziale anche per via del sistema di controllo di Redout, che è il vero fiore all’occhiello del titolo. Le prime gare è stato piuttosto impegnativo, complice la mia mania di usare la tastiera al posto di un joypad; oltre ai comandi direzionali, 34BigThings ha inserito lo slide laterale e il controllo del cuscinetto gravitazionale, che permette di alzare e abbassare il muso del nostro missile (tramite le 4 frecce). Sembra apparentemente un dettaglio da poco, ma quando siete impegnati in una pista dove ci sono diverse salite o giri della morte, alzare il muso significa limitare l’attrito, evitando che la prua della nostra scheggia impazzita tocchi la pista; un simile accorgimento è la dimostrazione che dietro Redout c’è uno studio, che non è solo di grafica ma anche di concetto, con una volontà di inserire una fisica reale in un gioco estremamente arcade.

Dopo aver rimbalzato ed essermi schiantato diverse volte, sono passato al joypad (sia quello del ‘vecchio’ Xbox 360 che lo Steam Controller) e la sensazione è stata quella di un maggior controllo; non pago dello spettacolo visivo del monitor del PC, sfruttando lo Steam Link sono passato ad uno schermo da 42″, e se prima ero stupito, con il passaggio sono stato estasiato, un’esperienza ancora più adrenalinica!

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Perché Redout è una delle migliore incarnazioni di giochi di corsa arcade. L’atmosfera creata da 34 BigThing è semplice, ma di una semplicità che colpisce il giocatore sulle giuste corde, dalle musiche agli effetti sonori, con giochi di luce e una palette di colori che stupiscono, mentre sfrecciano a velocità incredibili intorno a noi. Certe piste mostrano degli accostamenti cromatici discutibili, probabilmente appositamente studiati per confondere la nostra percezione con la velocità, ma il contorno, gli edifici e le ambientazioni intorno ai tracciati, sono costruiti in modo da ricordare l’aspetto dei vecchi titoli a cui Redout si ispira.

Giusto per non farci mancare nulla, nel gioco è compresa anche una modalità on line, per metterci alla prova contro altri giocatori!

Con Redout non si tratta più di voler costruire una grafica da mozzare il fiato, ma di offrire al giocatore la sensazione di essere al centro di un’emozionante gara, che è esattamente lo spirito per cui indosseremo il nostro casco e sfrecceremo su quei tracciati!

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