Ven 24 Gennaio, 2025

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Il robot Fabio: un licenziamento che fa storia

Chissร  come avrebbe reagito Asimov, il padre putativo della robotica moderna, entrando in un negozio in cui a servirlo fosse stato Fabio. Sicuramente sarebbe stato stupito, quasi incredulo, ma quanto avrebbe saputo resistere alla scarsa capacitร  di Fabio di saperlo seguire nei suoi acquisti? Chissร , forse lui avrebbe un po’ di pazienza in piรน nel farsi servire da R. Fabio, un insolito dipendente di un supermercato di Edinmburgo. Dimenticavo, la R sta per Robot Fabio, proprio come nei racconti di Asimov.

Il robot Fabio, infatti, รจ il caso del giorno. Progetto della Heriot-Watt University all’interno dell’esperimento Six robot & Us della BBC, questo simpatico robottino, che sembra il fratello maggiore del celebre Emilio che ha fatto impazzire noi figli degli anni ’80, era stato ‘assunto’ da un negozio della cittร  scozzese all’interno di una sperimentazione in cui mettere a diretto contatto un robot e la clientela umana. Al centro dello studio c’era l’interazione tra le due forme di intelligenza, all’interno della quale il robot Fabio avrebbe dovuto agire come un aiuto agli acquirenti, dando informazioni utili e svolgendo piccole mansioni che alleggerivano il carico di lavoro dei dipendenti umani.

Il robot Fabio รจ la prima IA licenziata da un negozio. Ma la colpa รจ solo sua?

Il nostro Fabio ha il suo lavoro, quindi. Ma oggi arriva la notizia che il piccolo robot รจ stato licenziato anzitempo dal negozio. Motivazione: non all’altezza. La difficoltร  di Fabio รจ stata nell’interagire con la clientela, mostrando una ridotta capacitร  di riconoscere gli acquirenti o nel fornire le informazioni richieste. Anche se impegnato in altri compiti, le reazioni degli avventori del supermarket non erano particolarmente soddisfacenti. Quindi, a malincuore, il robot Fabio verrร  ricordato come il primo robot della storia a venire licenziato.

robot fabio

Tralasciando il lato ironico di questa vicenda, possiamo fare una piccola analisi sulla disavventura del robot Fabio. Lo sfortunato robottino viene prodotto dalla Softbank, che ha battezzato il suo modello come Pepper. Si tratta di una classica visione del robot, faccia buffa, un grosso schermo sul torace, ruote per muoversi, capacitร  prensili ed una programmazione base per ispirare un rudimentale senso di fiducia negli umani. Presentato cosรฌ, sembra difficile comprendere perchรฉ il robot Fabio non abbia incontrato la simpatia dei clienti. Forse la risposta รจ una: non รจ pronto nessuno a questa convivenza, nรจ i robot nรฉ gli umani.

Siamo onesti, siamo ancora vincolati ad una visione spesso troppo stereotipata dei robot, dopo anni di fantascienza in cui ci vengono presentati come macchine perfette. O androdi assassini, a seconda dei casi. La realtร  รจ che il progresso tecnologico che consideriamo sempre piรน rapido, in certi campi, non รจ cosรฌ celere. Il lavoro sulle intelligenze artificali รจ ancora piuttosto grezzo, per quanto stia compiendo dei progressi notevoli, ma la componente di cui dobbiamo tenere conto รจ sempre una: l’interazione sociale.

La storia del robot Fabio รจ, a bene vedere, una storia di integrazione. Il progetto cui aderiva il robottino era un passo essenziale per creare una certa affinitร  tra umani e robot, un processo che passa tra posizioni intermedie di comprensione e sostegno. Per fare progredire le IA e svilupparle in modo da esser sempre piรน responsive serve il continuo confronto, un’interazione profonda che inizialmente รจ tutta in salita. Provo a mettermi nei panni del signore di mezz’etร  scozzese che cerca una zuppa di piselli e si trova un commesso robotico che in via sperimentale sta lavorando nel suo negozio di fiducia. Ma non si puรฒ avere un umano competente? Spesso siamo giร  sul piede di guerra con dei ragazzi che nel periodo estivo raccimolano due soldi facendo la stagione, vi immaginate la reazione contro un oggetto?

robot fabio 3

Onestamente, non siamo pronti. La generazione di coloro che vivono la tecnologia in modo assiduo รจ ancora giovane, e spesso anche loro considerano l’utilizzo mirato al social, allo smartphone. Alcuni nemmeno sanno usare al meglio questi device, figuriamoci interagire con un robot! Non aiuta il fatto che siamo ancora soggetti, in alcuni casi, a quella sindrome di Frankenstein con cui Asimov ha lottato a lungo, cercando di presentare i robot non come un pericolo ma come una possibilitร . Ma รจ un percorso lungo e ancora complicato, in cui รจ necessario anzitutto esser di larghe vedute, accettando di confrontarci con questa realtร . Con tanta pazienza. Se negli occhi abbiamo il terrore robotico incarnato da Terminator, oggi possiamo anche iniziare a pensare che esiste una realtร  in cui il robot Fabio vuole interagire con noi, imparando e migliorando. Sta a noi decidere se lanciarci verso un futuro, giร  immaginato da chi propone nel Parlamento Europeo una legge sulla regolamentazione delle IA, o se sostenere un futurista come Elon Musk che guarda con sospetto le intelligenze artificiali.

Quale che sia la vostra inclinazione, personalmente avrei dato una nuova possibilitร  al robot Fabio. Ma da bambino non mi hanno mai comprato Emilio, e potrebbe esser solo un desiderio rimasto lรฌ da anni. Nel dubbio, mi rileggo Asimov, che con R. Daneel Olivaw e R. Giskard Reventlov aveva mostrato la possibilitร  di una bella amicizia tra umani e robot. Basta volerlo, o, piรน semplicemente, esser pronti emotivamente e mentalmente. E che il dio della robotica ci assista!

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