Mentre in occidente il business delle sale giochi sembra essere ormai il ricordo di un lontano passato, in Giappone il mercato dei cabinati, grazie anche a colossi come SEGA, è da sempre considerato parte dello stile di vita giapponese nonché un simbolo culturale. Ora, dietro le quinte, tutto questo sta per cambiare.
Due mesi dopo che l’iconica sala giochi di SEGA ad Akihabara ha chiuso i battenti, la scena arcade giapponese sembra essere al collasso. La pandemia da COVID-19 ancora in corso ha determinato la chiusura delle frontiere e l’azzeramento del turismo, colpendo duramente il settore anche nel Sol Levante dove, SEGA, ha ora deciso di vendere il suo business delle sale giochi.
SEGA ha deciso di vendere oltre 200 sale giochi in Giappone, ma non tutto è perduto
SEGA, un gigante indiscusso nel mondo dell’intrattenimento e dei giochi, che noi siamo soliti ad associare a console casalinghe ormai vintage e videogiochi, è in realtà anche un colosso nel settore delle sale giochi. L’azienda presto venderà però la sua attività di sale giochi alla società con sede a Tokyo Genda, la cui esperienza risiede nel noleggio di giochi arcade e nei cabinati con artiglio online.
Con una quota dell’85,1% in Sega Entertainment Co., Genda assumerà il controllo di oltre 200 sale giochi SEGA in tutta la nazione che, stando a Famitsu, manterranno comunque i loro nomi e il marchio.
È la fine di un’era per le sale giochi giapponesi, ma questo non significa la fine dei giochi per SEGA. La società continuerà a sviluppare cabinati arcade, ma concentrandosi ad adattarli anche per le console casalinghe. Sembra quindi che il futuro delle amate sale giochi del Giappone subirà presto alcuni grandi cambiamenti. Il lato positivo in tutto questo è che la situazione potrebbe offrire a SEGA più tempo da dedicare ai videogiochi a cui siamo soliti giocare anche in occidente.
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