Ven 22 Novembre, 2024

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Serpenti ciechi, la graphic novel di Tunuè parla spagnolo – Recensione

Tunuè ci presenta una nuova graphic novel, dal titolo decisamente intrigante, che arriva direttamente dalla Spagna. L’elenco di graphic novle di Tutnuè ci ha recentemente dato grandi soddisfazioni con Kraken e La memoria delle tartarughe marine, ed or con Serpenti ciechi, ideata e sceneggiata da Felipe Hernàndez Cava e disegnata da Bartolomè Seguì, veniamo portati in una New York del 1939 offrendoci come punto di vista quello dell’uomo vestito in rosso con cui si apre la graphic novel.

Di lui si sa ben poco, se non solo il motivo del suo arrivo nella Grande Mela. E’ alla ricerca di un uomo, Ben Koch e le motivazioni di questo incarico vengono rese chiare sin dall’inizio, quando il protagonista ci spiega il suo lavoro: consiste nel trovare e “catturare i bugiardi per far vedere loro che non si può dare la propria parola invano”. Si parte quindi così alla volta di questo inseguimento, svelandoci poco a poco il contorno del vero protagonista della storia, che man mano che la storia procede prende sempre più spazio nella scena, trasformandosi in un doppio inseguimento. Scopriamo quindi che il tizio ricercato da Ben Koch è Curtis Rusciano, un individuo che non si riesce bene ad inquadrare nonostante ci vengano offerti diversi episodi per conoscerlo, ma che ha proprio tutta l’aria di non essere ciò che dice.

Serpenti ciechi è una graphic novel spagnola edita da Tunuè che ci porta nella New York degli anni ’30

La storia raccontata da Cava si intreccia tra presente e passato, snocciolando lungo il percorso diversi flash back per farci entrare un po’ più a conoscenza del background dei nostri protagonisti – ed antagonisti – ma che in realtà infittisce sempre di più il mistero che aleggia attorno a Ben Koch e Curtis Rusciano. Lo sfondo storico si alterna tra America e Spagna, durante la guerra civile, aggiungendo elementi storici ad una storia del tutto inventata.

serpenti ciechi copertina

Devo ammettere che il genere politico non è uno dei miei prediletti, anzi, probabilmente non l’avrei nemmeno presa in considerazione, se non me ne avessero dato la possibilità. Eppure, nonostante un inizio che ho trovato abbastanza pesante e lento, senza troppi sbocchi o voglia di coinvolgere il lettore, mi sono ben presto trovata a metà della graphic novel senza rendermene conto, con tutta l’intenzione di arrivare alla fine della storia.

Il ritmo quindi fatica a prendere piede, ma poi incalza man mano che le pagine scorrono e sinceramente ho apprezzato molto come si è deciso di narrare questa storia, nonostante non sia iniziata proprio nel modo più interessante che abbia visto finora. I disegni sono certamente ciò che c’è di più adatto a questo genere: sporchi, ruvidi, senza fronzoli di sorta, che portano una storia per ciò che ha di reale. Vita e morte hanno avuto giustizia nei tratti di Segui, che anche grazie all’uso incredibile del colore ha saputo ben calibrare i vari momenti salienti della storia. A rendere il tuto ancora più suggestivo è l’ambientazione, una New York storica che ci viene raccontata nei suoi elementi più semplici, dai diners alle insegne sgargianti dei teatri.

Serpenti Ciechi è sicuramente una lettura un po’ difficile, non di certo qualcosa che consiglierei a chiunque incondizionatamente, ma magari mi sentirei di snocciolare questo titolo anche a chi vorrebbe leggere qualcosa di diverso dal solito e un po’ più impegnativo, che non sia la solita storiella di bene e male che lottano per la supremazia totale.

serpenti ciechi 2

Serpenti ciechi è quindi un intreccio di storie, persone e verità nascoste, che ci porta a riflettere su diversi temi che magari non ci hanno toccato da vicino, considerando la distanza dall’America e dalla Spagna. La Storia si intreccia con la fantasia dello scrittore Hernàndez Cava, senza forzature o meccaniche poco naturali, portandoci una Graphic Novel degna di considerazione. Mai giudicare un libro dalla copertina insomma, e per quanto mi riguarda, Serpenti ciechi ne è proprio la prova!

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