Bentornati a Moordale! Ebbene sì, dopo un anno di attesa i nostri amici Otis, Eric, Maeve, Aimee e Adam sono tornati su Netflix. Un intero anno per noi spettatori, ma solo un’estate per i protagonisti di Sex Education stagione 2. Proprio così, all’inizio dei nuovi episodi inizia, per i nostri studenti preferiti, un nuovo anno scolastico.
Ok Sex Education 2 ma… Dove eravamo rimasti?
Sembra siano cambiate molte cose rispetto alla stagione precedente (di cui qui trovate la recensione qualora ve la foste persa) prima di tutto Otis ha finalmente detto addio al suo grande tabù, riuscendo a sbloccarsi, anche se forse un po’ troppo; Meave deve affrontare il fatto che si è resa conto troppo tardi di provare dei sentimenti veri e che quindi non è scontato un lieto fine; Eric, che nella prima stagione affronta le grandi difficoltà di un giovane gay in un mondo decisamente cattivo, ha forse trovato il modo di convivere davvero con questo mondo; Adam viene mandato alla scuola militare (a questo non serve aggiungere altro, perché la cosa è già difficile di per sé) e Aimee frequenta lo stesso ragazzo dalla fine della stagione precedente.
Ma procediamo con ordine. Guardando questa seconda stagione ero pronta ad aspettarmi di tutto e di più, specialmente prendendo come paragone gli otto episodi precedenti (di cui potete leggere la recensione qui se ve la foste persa). Ebbene, la stagione parte bene, mantiene gli standard e ci fa vedere come si sono evolute le situazioni dei vari personaggi. Ma questo lo fa, forse, solo per i primi due episodi. Perché proseguendo con la visione, la prima cosa di cui mi sono accorta è che mentre nella prima stagione tutto era incentrato su questi adolescenti con gli ormoni impazziti, la seconda cerca di concentrarsi anche sui grandi problemi non solo dei teenagers, ma anche degli adulti.
Crescere che fatica
Ecco che vediamo quindi una presenza massiccia di genitori e insegnanti, tutti con i loro problemi, che prendono prepotentemente spazio sullo schermo. A mio parere non è una cosa che fa perdere qualità alla serie, semplicemente aiuta a capire come la sessualità e i “problemi di cuore” non appartengano soltanto agli adolescenti in piena pubertà, ma anche agli adulti, che possono essere confusi e bloccati tanto quanto i ragazzi. Sembra che il messaggio che gli sceneggiatori vogliano trasmettere sia che crescere è difficile, ma una volta cresciuti la vita non diventa una facile discesa. Tornano a farsi vedere Jean e Jacob, che diventano una presenza ingombrante nelle vite dei rispettivi figli, Otis e Ola, ma partecipano attivamente a questa stagione anche i Groff, cioè i genitori di Adam e anche un paio di insegnanti della Moordale.
Senza fare spoiler, diciamo che non mi è dispiaciuta questa “crescita” della serie. Una cosa che invece può essere parecchio criticata visto che, a un primo sguardo, la trama ha perso la sagacia della prima stagione. Eppure, secondo me, la prima stagione era volutamente esagerata, per attirare l’attenzione e far capire come certi argomenti non devono essere un tabù. Pur mantenendo l’ironia è un pizzico di comicità, questa seconda stagione va più profondità, analizzando anche tutto ciò che, a livello psicologico, può arrivare a influenzare anche il comportamento (sessuale e non). Molestie, autolesionismo, paura di perdere il controllo sono solo alcuni esempi.
Prima di concludere vorrei anche dire qualcosa sull’evoluzione dei personaggi.
Otis si ritrova ad affrontare la verità del fatto che anche lui ha dei problemi da risolvere e che influenzano il modo in cui si rapporta sia con i compagni di scuola che con i genitori.
Ola è molto più presente in questa stagione e abbiamo modo di vederla stringere amicizia con alcuni dei nostri studenti della Moordale.
Maeve, dopo la partenza del fratello, deve affrontare una altro significativo ritorno nella sua vita, che la costringe a crescere e a prendere scelte difficili, a dimostrazione che, a volte, essere degli adolescenti comporta anche un carico non indifferente di responsabilità.
Eric, il mio preferito in assoluto, continua il suo cammino di scoperta di se stesso, aiutato un poco anche da un nuovo personaggio (di cui però non vi dico nulla perché la sorpresa è stata piacevole durante la visione, ma secondo me non è stato approfondito quanto avrebbe meritato e spero che, se mai dovesse esserci una terza stagione, gli dedicheranno un po’ di spazio in più).
Aimee passa gran parte della stagione a cercare di capire cosa vuole fare da grande, dimostrando così di sentire anche lei il bisogno di trovare il suo posto nel mondo e ritrovandosi ad affrontare problemi che “da grandi” lo sono sul serio.
E infine Adam, per ultimo ma non per importanza, un personaggio che durante questa seconda stagione ho imparato ad amare, anche se lui non ha ancora imparato ad amare se stesso e il suo, di cammino, sarà a mio avviso il più difficile di tutti.
La parola chiave di Sex Education 2 è “comunicare”
Insomma, come dicevo qualche riga più su, i protagonisti adolescenti si battono con i pugni e con i denti per liberarsi di quel peso che è la pubertà, mentre gli adulti si ritrovano a sbattere il muso contro la verità: è la vita a essere difficile e non è la pubertà a renderla tale.
Nonostante questa seconda stagione possa sembrare spenta rispetto alla precedente, anche se è indubbio che qualche difetto lo ha, merita comunque di essere vista. Nel complesso gli sceneggiatori trasmettono un messaggio molto bello: affrontare i propri problemi e comunicare con gli altri sono i primi, fondamentali, passi per raggiungere anche solo una parvenza di stabilità emotiva.