Che estate sarebbe senza la minaccia di un mostro marino nascosto tra le acque profonde? E infatti è nei cinema Shark 2: l’abisso, sequel di Shark: il primo squalo, distribuito appunto nell’estate del 2018.
Ancora una volta quindi Jason Statham, e i quelli rimasti in vita del primo film, devono affrontare la minaccia megalodonte che, questa volta, non è sola.
Squali o uomini: chi sono i veri villain del film?
In un film intitolato Shark 2 ci si aspetterebbe che la minaccia più grossa siano appunto i grossi squali cattivi, ma nel film diretto da Ben Wheatley chi risulta essere veramente infame sono un gruppo di esseri umani, avidi e doppiogiochisti. Per la prima parte del film assistiamo a Statham e soci cercare di sopravvivere all’interno di una piattaforma a 6000 metri di profondità, costruita abusivamente da gente senza scrupoli che vuole arricchirsi grazie a madre natura. Gli squali, e le altre creature varie, sono un contorno per buona parte del film. Sembra infatti che i meg siano un problema secondario, che solo nell’ultimo atto vengono affrontati, tutti e tre dall’uomo pesce Jason Statham.
Uomo pesce perché in una scena, a mio avviso iconica, il nostro eroe si trova costretto a nuotare senza tuta e bombole a 6000 metri di profondità. Per riuscirci l’uomo pesce espelle tutta l’aria che ha in corpo in modo che la pressione non lo faccia implodere, come dovrebbe succedere nel mondo reale. Va bene che stiamo vedendo un film con degli squali grossi come un pullman, ma questa cosa dell’aria espulsa richiama un vecchio meme di internet.
La trama di Shark 2, l’abisso
Vi sembrerà strano ma il film ha anche una trama, senza senso e senza coerenza, ma che comunque c’è.
Intervallato da vari momenti comici per nulla divertenti, immancabili in qualsiasi blockbuster di oggi, la storia segue Jonas Taylor (Statham), padre adottivo di Meying, una bambina apparsa già nel primo capitolo. Grazie allo zio di quest’ultima, Jonas lavora per un istituto oceanografico che tiene un megalodonte in cattività, chiamato Haiqi e addestrato proprio dallo zio di Meying, Jiuming.
Come un moderno Free Willy, Haiqi scappa dalla sua piscina, senza che nessuno se ne accorga, e raggiunge i nostri protagonisti impegnati in una missione esplorativa nell’abisso (da qui il titolo). Per arrivare sul fondale marino, i nostri devono attraversare il termoclino, una fascia di non si sa bene cosa, che tiene isolato una porzione di oceano abitata da creature preistoriche. Non ci addentriamo troppo nella trama ma ad un certo punto si apre una breccia nel termoclino da dove fuoriescono 2 megalodonti e altre creature varie.
Il film è tratto dal romanzo Meg: minaccia dagli abissi, di Steve Alten, autore anche del romanzo da cui è stato tratto Shark, il primo squalo.
L’ Asylum con i soldi
Tempo fa film del genere era quasi un’esclusiva di case di produzione a basso costo, dove i così detti mockbuster (film, quasi sempre B Movie, che vengono lanciati sul mercato solitamente casalingo, cercando di cavalcare l’onda di un film che precedentemente ha riscosso un notevole successo), generavano una vera e propria ondata di film sugli squali. Su tutti a farla da padrone è stata la Asylum, che ha regalato al mondo cinefilo quella “perla” che è la saga di Sharknado.
Shark 2, l’abisso è un film con una trama da Asylum, ma fatto con i soldi degli Studios di Hollywood e della Cina.
Uno sguardo ad oriente
Shark: il primo squalo riscosse infatti un enorme successo nel mercato cinese e, per continuare a spremere la mammella della vacca-squalo, i produttori di Shark 2: l’abisso hanno inserito nel cast Jacky Wu, campione d’incassi in Cina, che interpreta lo zio di Meying. L’attore cinese è il secondo action man del film dopo Statham, ed è curioso vedere come la sua parte rispecchi in tutti i crismi quella del ricco imprenditore che mette a repentaglio la vita dei suo dipendenti in più occasioni e che di solito finisce divorato da qualche creatura.
In Shark 2, però, il personaggio di Jacky Wu non paga mai per la sua incoscienza e, anzi, risulta essere al contempo eroe e zio buono del film.
Che il ruolo sia stato modificato in corso d’opera, visti i finanziamenti provenienti da Pechino? Non lo sapremo mai, ma ci si può fare un’idea vedendo Shark 2.
Un regista inaspettato
Allo sgabello da regista, come già detto, c’è Ben Wheatley, che sostituisce Jon Turteltaub, dietro alla macchina da presa del primo capitolo. Quello che è strano è che Wheatley ha diretto solo film indipendenti abbastanza di nicchia e dal buon successo di critica come High Rise o A Field in England, film che più lontani dalla tipologia di Shark 2: l’abisso non si può.
Vederlo dirigere questa pellicola è la classica cosa che “se qualcuno me l’avesse detto, non ci avrei mai creduto”. Il regista americano fa quel che può, ma non riesce a salvare un film senza capo né coda, se non quelli dei megalodonti, che alterna momenti scemissimi, vedi Statham uomo pesce, a momenti comici mai riusciti e che, pur avendo un buon ritmo, non risulta mai essere veramente divertente.
L’abisso di Jason Statham
Jason Statham non è mai stato un grande attore, e nessuno gli ha mai chiesto di esserlo. La sua carriera è quella dell’uomo d’azione, una sorta di Bruce Willis ma inglese che ci sa fare con le arti marziali. La carriera di Statham però ha avuto un inizio di ben altro spessore, esordendo nel primo film di Guy Ritchie, Lock & Stock, pazzi scatenati e soprattutto essendo protagonista del film più famoso del regista inglese, The Snatch.
La svolta per Statham arriva con The Trasporter dove diventa il prototipo dell’uomo d’azione, portando la china della sua carriera inesorabilmente verso il basso. Negli anni la sua collaborazione con Guy Ritchie è proseguita, ma è evidente che anche il regista inglese attraversa una fase di declino con una serie di film nemmeno passati al cinema, ma direttamente sulle piattaforme, e neanche troppo sponsorizzati, vedi Wrath of Man, la furia di un uomo e Operation Fortune, entrambe appunto con Jason Statham.
Hollywood è la casa delle seconde occasione e no si sa mai, il ruolo della vita di Jason Statham potrebbe essere dietro l’angolo ad aspettarlo, Shark 2: l’abisso però non sembra poter essere il film giusto per rilanciare la sua carriera.
