In una galassia lontana lontana… potremmo poeticamente introdurre così, citando l’incipit della saga Star Wars, la scoperta di quello che potrebbe essere l’oggetto astronomico più lontano mai trovato, una galassia chiamata HD1 che le stime posizionano a circa 13,5 miliardi di anni luce di distanza.
HD1 è 100 milioni di anni luce più distante di GN-z11, quella che finora era considerata la galassia più lontana da noi.
HD1 è la galassia più lontana mai scoperta
La luce di questa galassia ha viaggiato per oltre 13,5 miliardi di anni, ciò vuol dire che abbiamo osservato una luce partita quando l’universo aveva appena 300 milioni di anni, in pratica “poco dopo” il Big Bang.
Far, far away: Astronomers reveal most distant galaxy on record
Galaxy HD1 is 13.5 billion light-years away and may be home to first stars in the universe — or a black hole about 100 million times the mass of the sun.
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— Center for Astrophysics | Harvard & Smithsonian (@CenterForAstro) April 7, 2022
La scoperta è stata fatta da un team internazionale di astronomi, con l’astrofisico italiano Fabio Pacucci del Center for Astrophysics | Harvard & Smithsonian che è il primo autore dello studio sull’interpretazione dei dati raccolti dalle prime osservazioni di HD1.
Al momento, infatti, gli astronomi che hanno scoperto questa galassia lontana lontana sono ancora impegnati nello studio e nell’incrocio dei dati raccolti da quattro diversi telescopi. Infatti, come confermato dallo stesso Pacucci, HD1 viene definita ancora come “candidata” a essere l’oggetto astronomico più lontano mai osservato:
Siamo certi che questa macchiolina sia una galassia ma per essere assolutamente certi della sua distanza ci servirà l’aiuto del telescopio spaziale James Webb.
Abbiamo però una conferma indipendente da Alma (il radiotelescopio dello European southern observatory in Cile) che ci consente di affermare con molta precisione che sia davvero lontana 13,5 miliardi di anni luce da noi.
Come detto in precedenza, la scoperta di HD1 ha richiesto circa 1200 ore di osservazione attraverso l’utilizzo di tre telescopi a terra (Subaru, Vista, UK Infrared Telescope) e uno spaziale, lo Spitzer, lanciato nel 2003 e dedito all’osservazione dell’infrarosso la cui missione si è conclusa nel 2020.
Galassia o buco nero?
Gli astronomi si stanno quindi ancora interrogando sulla reale natura di questa nuova galassia, visto che la cosa particolare è che HD1 produce moltissima radiazione ultravioletta, indice di una rapida formazione stellare in corso con la nascita di almeno 100 stelle all’anno! Si tratta di una velocità mai osservata prima, decine di volte superiore a quello che gli scienziati solitamente si aspettano.
In alternativa, HD1 potrebbe addirittura contenere un buco nero supermassiccio la cui massa sarebbe 100 milioni quella del nostro Sole.
Come ribadito sempre da Fabio Pacucci, si tratterà di continuare nell’analisi di una grandissima quantità di dati, escludendo le alternative meno plausibili, prima di dare una “carta di identità” definitiva a HD1:
Rispondere a domande sulla natura di una fonte così lontana può essere difficile. È come indovinare la nazionalità di una nave dalla bandiera che sventola, mentre si è lontani a terra, con la nave in mezzo a una burrasca e una fitta nebbia.
Si possono forse vedere alcuni colori e forme della bandiera, ma non nella loro interezza. In definitiva è un lungo gioco di analisi ed esclusione di scenari non plausibili.