Space Gate Odyssey è un gioco da tavolo in cui dobbiamo gestire il flusso migratorio che porterà l’umanità a colonizzare una serie di nuovi esopianeti lontani dal nostro sistema solare. Per fare questo, l’umanità ha costruito nell’orbita terrestre le stazioni spaziali Odyssey, transito verso le nuove colonie extrasolari. Ma gestire un flusso di persone così importante non sarà un’impresa semplice. Sarà fondamentale infatti la nostra abilità nel creare e sostenere le strutture necessarie a far arrivare le persone sulle stazioni spaziali, e poi attivare i portali che teletrasporteranno i coloni sui nuovi mondi. Infine, chi gestirà il potere in queste nuove colonie? L’atto finale delle corporazioni interpretate dai giocatori sarà quello di acquisire più influenza possibile su Hawking, il pianeta-capitale della nuova casa dell’umanità.
La recensione di Space Gate Odyssey
3 Emme Games è l’editore italiano di Space Gate Odyssey, un gioco da tavolo creato da Cédric Lefebvre ed illustrato da Vincent Dutrait (Jaipur, El Dorado). Parliamo di un gioco che va da 2 a 4 giocatori; il numero di giocatori non influisce comunque sulla durata, che rimane intorno all’ora e mezza di gioco (abbondante).
La meccanica che sta alla base di questo titolo è senz’altro il posizionamento tessere: il cuore del gioco è infatti un’accurata creazione della nostra stazione spaziale posizionando delle tessere che ne rappresentano le stanze (o moduli, se preferite). Arricchiscono inoltre il gameplay il piazzamento lavoratori sulla plancia comune, la gestione dello spostamento dei coloni nella propria stazione spaziale ed il loro piazzamento sugli esopianeti che andremo a colonizzare.
Uno dei più grandi pregi di questo gioco da tavolo e l’assenza di downtime. Infatti ciascuna azione compiuta da un giocatore è ripetuta dagli altri in ordine di turno, in un modo che chi apprezza il classico Porto Rico già conosce.
Cosa troviamo nella scatola di Space Gate Odyssey
- il tabellone della Odyssey (la plancia comune delle azioni), con i relativi 5 supporti azione, da assemblare
- 1 esopianeta centrale, Hawking
- 8 esopianeti “minori” fronte retro (Bose, Collins, Dirac, Fermi, Planck, Russel, Susskind, Turing)
- 5 gettoni predominio
- 3 portali spaziali
- 85 tessere modulo per le stazioni spaziali dei giocatori, di cui 4 tessere iniziali
- 1 cantiere che contiene le nuove tessere modulo da posizionare, da assemblare
- 4 gettoni riorganizzazione
E per ognuno dei 4 giocatori, nei quattro colori (bianco. giallo. viola, nero):
- 36 coloni
- 5 robot
- 7 ingegneri
- 4 tute da ingegnere capo
Ecco a voi il video del nostro unboxing di Space Gate Odyssey.
La qualità dei materiali
Space Gate Odyssey è un titolo che fa della qualità (e originalità) dei componenti un suo sicuro vanto.
Il colpo d’occhio al tavolo è notevole, tra i pianeti tanto diversi, le stazioni spaziali personali che crescono e si colorano sempre più durante la partita, e la plancia delle azioni comuni, su cui scorrazzano robot, ingegneri e capi ingegneri. Di questi ultimi possiamo notare l’originale modo in cui sono realizzati: andremo infatti ad inserire il meeple in una “tuta”, ossia in una sagoma a forma di meeple che ricorda una exotuta da astronauta.
Il “vassoio” delle tessere per costruire la nostra stazione spaziale, chiamato Cantiere, va assemblato alla prima partita, e trova poi posto nella scatola tenuto fermo da degli inserti realizzati ad hoc; questo supporto aiuta senz’altro a tenere in ordine un tavolo sul quale servirà sempre più spazio nel proseguo della partita.
Un appunto può essere fatto alle scelte cromatiche dei componenti dei giocatori: alcune volte può essere difficile distinguere tra i meeple neri e viola, e tra quelli bianchi e gialli. Sono molto belli da vedere, e si sposano bene con il resto dei colori e delle scelte estetiche fatte dall’illustratore Vincent Dutrait, ma ogni tanto possono portare a un poco di confusione.
Anche i simboli dei portali sono molto simili, e disegnati in piccolo sulle tessere; ciò può essere fastidioso se non si ha una vista da falco.
Come si gioca a Space Gate Odyssey
La direzione del gioco è senz’altro affidata alla plancia comune delle azioni, ovvero la sala di controllo della Odyssey. Tramite questa, infatti, possiamo gestire l’arrivo e i movimenti dei coloni sulla nostra stazione spaziale, e l’aggiunta di nuovi moduli (tessere) alla stazione stessa.
A turno, muoviamo un nostro ingegnere da una sala controllo all’altra, guadagnando un certo numero di punti azione in base al numero di meeple ingegneri che si trovano lì. Dopo di che tutti i giocatori svolgono le loro azioni, in ordine di turno.
Lo scopo del gioco prevede che, nell’ordine e man mano che si svolgono i turni, andiamo a svolgere i seguenti passi:
- facciamo arrivare i coloni sulla nostra stazione spaziale
- li muoviamo, attraverso le stanze della stazione, verso i portali
- una volta che i portali sono pieni inviano automaticamente i coloni su un determinato esopianeta
- quando l’esopianeta è completamente colonizzato, guadagniamo influenza (fondamentalmente punti vittoria) presso il pianeta principale, Hawking.
La partita si chiude una volta che tutti i 5 esopianeti, scelti casualmente in fase di setup, sono pienamente colonizzati.
2019: A Space (Gate) Odyssey
Per fortuna gli esseri umani, nell’utopico futuro in cui è ambientato il nostro gioco, hanno inventato i portali spaziali; quindi niente navi coloniali con viaggi di centinaia di anni o intelligenze artificiali assassine. Ma l’avanzata tecnologia dei portali, per qualche misterioso motivo, può essere realizzata solo in orbita.
Da qui la necessita di costruire, ampliare e gestire le stazioni spaziali di transito per i coloni intenzionati a lasciare il nostro sistema solare. E per fortuna: perché la parte più importante, e divertente, del gioco è senz’altro il posizionamento e l’ottimizzazione dei movimenti sulle tessere della nostra stazione.
Diventa quindi essenziale la scelta delle tessere dei moduli da utilizzare nella nostra stazione. Questa meccanica è arricchita da una particolarità brillante: le tessere più importanti ad inizio partita, quelle che ci permettono di aggiungere nuovi ingegneri ed ottenere quindi più azioni, diventano corridoi inutili una volta posizionate. È perciò molto importante iniziare con una pianificazione “sostenibile” già all’inizio della partita, per non ritrovarci troppo presto pieni di tessere che allungano solo il percorso ai nostri coloni dagli airlock (le tessere in cui i nostri coloni entrano nelle stazioni) ai portali.
Dopo le primissime partite saremo quindi in grado di “leggere” facilmente quali tessere siano molto utili e quali meno; la vasta disponibilità nel cantiere difficilmente ci condannerà ad avere solo cattive opzioni.
5 pianeti per me posson bastare
Una volta riempiti i portali, i nostri coloni verranno automaticamente trasportati sugli esopianeti. Esistono tre portali; ciascuno di essi possiede un proprio simbolo che lo collega solo alle tessere che recano lo stesso simbolo. È quindi importante, in fase di costruzione della stazione spaziale, anche diversificare i collegamenti in modo da poter raggiungere tutti gli esopianeti.
Tutti, o quasi: infatti non tutti gli esopianeti garantiscono gli stessi “punti vittoria”. Alcuni sono più convenienti di altri, e la corsa ad essi sarà, quindi, più feroce e contesa.
Inoltre, ciascun pianeta possiede delle condizioni di posizionamento e punteggio diverse. Questo dona una certa variabilità alla partita, ma è una meccanica di gioco che restituisce un piacere minore rispetto alla più riuscita della costruzione della stazione spaziale personale.
Molto carina è la trovata di aver chiamato gli esopianeti con nomi di scienziati famosi; nel manuale possiamo anche trovare una breve descrizione dei personaggi a cui gli esopianeti di Space Gate Odyssey sono dedicati.
Tutti gli esopianeti minori hanno due lati, che vanno a modificare le regole di posizionamento a seconda del numero di giocatori. Le partite in due soltanto al tavolo risultano strategicamente diverse rispetto a quelle in più giocatori: sarà infatti importante, in due, negare all’altro più azioni possibile con degli attenti movimenti sulla plancia comune delle azioni. Il gioco in due quindi varia, ma non impoverisce, l’esperienza al tavolo di gioco.
Conclusioni su Space Gate Odyssey
Sulla scrittura del regolamento devo essere chiaro: raramente mi sono trovato così in difficoltà a spiegare ai compagni un gioco che non è poi così complesso. La seconda volta, dopo aver fatto una sola partita, la spiegazione è stata molto più chiara e rapida. Purtroppo, quindi, il regolamento non è steso nella maniera ottimale.
La parte materica del titolo garantisce un’esperienza di gioco di assoluto pregio: i componenti sono ben realizzati, e i meeple nelle tute da capo ingegnere sono una novità del settore simpatica e molto originale. Il costo di Space Gate Odyssey è giustificato dai componenti e dalla loro qualità.
Ritengo che l’investimento di tempo necessario per svolgere un intera partita sia un po’ superiore rispetto all’esperienza che restituisce; ciononostante, l’assenza di downtime fa si che al tavolo ci sia sempre da fare e non ci si annoi.
La rigiocabilità è buona: la variabilità data dai pianeti garantisce partite sempre diverse. Space Gate Odyssey funziona bene da 2 a 4 giocatori: in 2 le dinamiche al tavolo saranno diverse, ma ugualmente interessanti.
Se anche voi deciderete di aiutare l’umanità a trasferirsi nella sua nuova casa extra-solare, potrete trovare Space Gate Odyssey A QUESTO INDIRIZZO.