Lun 10 Febbraio, 2025

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Strategic Command WWII: World at War, la guerra è un gioco difficile – Recensione

Avete mai giocato a un gioco difficile, ma così difficile da non riuscire a concentrarvi su null’altro che lo schermo che avete davanti?

La recensione di Strategic Command WWII: World at War, gioco strategico di Matrix Games che dà parecchio filo da torcere

Nel caso non abbiate mai avuto questo piacere, ecco a voi Strategic Command WWII: World at War, gioco strategico di casa Matrix Games, distribuito da Fury Software.

Il gioco si presenta come il più classico degli strategici a turni, genere reso famoso dal più noto Total War: Warhammer, con qualche chicca in più e decine di complicazioni aggiuntive.

La storia è questa, nel vero senso della frase.

Ci troveremo a giocare per l’Asse o l’Alleanza e a gestire la strategia di invasione globale o quella di difesa durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale.

Le nostre unità comprendono di tutto: forze di terra, di mare e aeree; vi sono inoltre i vari ufficiali al comando e le postazioni difensive nelle varie città/villaggi.

Ogni singola unità è fedelmente posizionata sull’enorme mappa del pianeta.

Qui si nota la cura che gli sviluppatori di Matrix Games hanno usato per la creazione di questo gioco; Il nome di ogni singolo battaglione, flotta e ufficiale è storicamente studiato sia per posizione che per statistiche di “potenza”, statistiche che faranno in fretta a diventare il vostro peggiore incubo.

Ogni unità è caratterizzata da: Strength, Supply, Action Points, Strikes, Readline, Morale e Estrechment.

Questi valori determinano di quante caselle si potrà muovere, quanto potere offensivo avrà in caso di scontro a diretto, l’effettiva efficacia offensiva dovuta all’andamento della guerra, il numero di colpi che potrà mandare a segno, ecc, ecc.

Fin qui tutto bene direte voi.

Il gioco è complesso sì, ma basta prenderci la mano e destreggiarsi con la gestione degli MPP, una sorta di valuta che ci permette di comperare rifornimenti come battaglioni aggiuntivi, Generali al comando e truppe di rinforzo.

Il gioco è esattamente quello che uno si potrebbe aspettare da una partita di Risiko virtuale.

Attesa, mossa, attesa, mossa e così via fino alla vittoria di una delle due parti o fino al raggiungimento di un determinato obbiettivo che viene prefissato all’inizio della partita.

Il divertimento che si fa attendere

Qui subentra il più grande problema di questo gioco: la presenza di fasi avare del fattore divertimento.

Se nella modalità 1vs1 in locale dovremo aspettare il nostro amico accanto a noi che sbrighi le proprie mosse, nella modalità 1vPC le cose vanno diversamente, perché l’AI è estremamente minuziosa nella selezione delle mosse e della strategia, ciò implica un incredibile rallentamento del gameplay con tantissimi tempi morti in cui non potremo far altro che guardare impotenti lo schermo senza non poter nemmeno mettere in pausa il gioco.

Saranno decine di minuti interminabili condite da una quasi totale assenza di musica o effetti sonori.

Certo la musica c’è, ma è un motivetto di una ventina di secondi incredibilmente low quality che vi farà voglia di tornare a concentrarvi sui meri numeri.

Il comparto tecnico, che ovviamente, per un gioco del genere non richiede chissà quali grafiche elaborate, è nel bene e nel male molto basic.

Nel bene perché la grafica 2D si sposa benissimo con la tipologia di gioco, rendendolo molto giocabile anche su PC con specifiche tecniche molto basse, e nel male perché il sistema di puntamento leggermente più macchinoso di un semplice GDR rende il tutto molto più complesso da gestire; il tutto unito a un sistema di zoom della mappa che non va incontro al giocatore ma complica ancora di più la gestione delle unità e il suo posizionamento sulla “scacchiera” globale.

Strategic Command WWII: World at War NON È un gioco per tutti.

Strategic Command WWII: World at War è un gioco elitario che farà fregare le mani agli appassionati del genere garantendo ore e ore di divertimento e che invece potrebbe fregare tutti quei player che cercavano un gioco di strategia con cenni storici per poter passare un po’ di tempo staccando il cervello dagli impegni quotidiani.

Un gioco che sicuramente ha dei difetti ma che va premiato per la fedeltà storica e la ricerca che si cela dietro alla sua realizzazione.

Ci auguriamo tutti che possa questo essere un punto di partenza e non di arrivo, noi siamo qui ad aspettare l’integrazione più profonda del fattore divertimento, qualcosa che renderebbe questo gioco sicuramente più godibile ed appagante di com’è attualmente.

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