The Walking Dead 8 ritrova finalmente uno smagliante Negan (e un lanciarazzi?) nel quinto episodio The Big Scary U
Il quinto episodio di The Walking Dead 8, intitolato The Big Scary U – Peccati di Negan, ci regala finalmente (e nuovamente) la presenza di Negan, il personaggio interpretato da Jeffrey Dean Morgan più in forma che mai.
L’episodio, seguendo la quarta puntata che l’ha preceduto, incentrata sul personaggio di Re Ezekiel, focalizza l’attenzione sul leader dei Salvatori, concedendosi anche dei flashback che descrivono alcuni momenti antecedenti l’attacco delle comunità unite al Santuario.
Il primo flashback ci porta proprio all’interno del Santuario, pochi istanti prima dell’attacco orchestrato da Rick e soci, dove un sempre più meschino ed imbarazzante Gregory cerca di convincere Negan di poter riprendere il controllo di Hilltop.
L’inizio delle sparatorie all’esterno della struttura interromperà questa riunione, con Negan che non si mostra troppo preoccupato da ciò che sta accadendo, sincerandosi che l’RPG sia ancora ben nascosto.
Ecco il primo colpo di scena: i Salvatori non hanno soltanto delle mitragliatrici ma sembrano disporre anche di un lanciarazzi anticarro, un’arma che potrebbe ribaltare completamente le sorti dello scontro che, fino a questo momento, sorride agli uomini di Rick il quale è protagonista di un piccolo alterco, a suon di cazzotti e prese “scorrette” da wrestling con il truce Daryl.
Rinchiuso insieme a padre Gabriel nel camper circondato da vaganti, Negan riuscirà a raccontare un po’ di se al religioso che cerca di usare il buio e il claustrofobico ambiente quasi come un confessionale.
Nel frattempo una riunione dello “stato maggiore” dei Salvatori cerca di trovare una soluzione per sbarazzarsi del “gregge” di vaganti che ha invaso il santuario, con i luogotenenti di Negan che si beccano tra loro, sempre più convinti che ciò che gli ultimi accadimenti siano stati favoriti da una talpa interna a loro, una spia, un traditore.
Il ritorno di Negan al Santuario che, dopo aver raccontato la sua buona dose di triste e melenso passato a Gabriel (forse scopriamo finalmente chi è Lucille), usa il vecchio trucco delle budella per farsi strada tra i vaganti e mettersi in salvo insieme al suo confessore, riporta ordine e ristabilisce la linea di comando interrotta, proprio quando i lavoratori sembrano voler accennare ad una sorta di ammutinamento.
L’episodio si chiude con due colpi di scena: Rick che scorge un elicottero tra le cime degli alberi volare sulla sua testa e Gabriel, imprigionato da Negan, che rivela ad Eugene il vero motivo della sua “inaspettata” presenza al Santuario.
The Big Scary U, come detto in precedenza, segue il solco tracciato da Some Guy ci regala una puntata introspettiva e corposa dal punto di vista della descrizione dei personaggi, in particolare modo Negan.
I flashback e la sua permanenza nel camper assediato con Gabriel, ci raccontano un protagonista complesso, capace di andare oltre le sue efferate ma “necessarie” uccisioni, al fine di garantire uno scopo e una sorta di futuro alla gente che si è fatto carico di salvare, pur non rinunciando a sfruttarne l’utilità a proprio vantaggio: «Le persone sono una risorsa, non vanno sprecate. Sono le fondamenta di quello che stiamo costruendo.».
Non sappiamo ancora chi fosse davvero Negan in passato, ma capiamo benissimo come sia riuscito a diventare “colui che comanda” (come ricordato sarcasticamente anche all’impavido Simon): Negan è un motivatore, cerca in tutti i modi di mettere ogni persona al posto giusto, dando uno scopo a tutti quanti.
Uccidere solo se è necessario, eliminare soltanto le perone “giuste”, riuscendo a convincere anche le sue vittime che la colpa non è mai da ascrivere completamente a lui.
La puntata ci regala un Negan smagliante e con tutte le sue caratteristiche peculiari che risplendono come non mai, con Jeffrey Dean Morgan assolutamente fantastico ed impeccabile.
The Big Scary U sembra il prologo allo scontro diretto tra i due titani dello show: da una parte Negan, dall’altra Rick che torna ad essere lucido, calcolatore e fine stratega, un uomo capace di adattarsi alle situazioni in maniera super efficiente, tanto che la vista dell’elicottero sicuramente avrà suggerito all’ex poliziotto nuove possibili varianti del suo piano.
I bassi ascolti fatti registrare da questo episodio, non sono affatto in linea con quello che la puntata ci ha riservato: la cosapevolezza che tutti sono alla ricerca di un futuro migliore e le strade per raggiungerlo possono essere diverse.
Da una parte un’organizzazione quasi dittatoriale ma tremendamente efficiente e che non lascia nulla al caso, pronta a colpire duramente chi non fa la sua parte; dall’altra una visione più libera e democratica, quasi autodeterministica, che si affida ad un leader che non fa ricorso alla paura, alla violenza o alla coercizione, per garantire una speranza alla sua gente.