Gli abitanti della foresta hanno deciso di creare delle comunità al riparo dai predatori, le Tiny Towns, e ognuno di noi è stato eletto sindaco di una di esse: in questa recensione cercheremo di capire se il gioco vale la candela.
Tiny Towns è un mix fra city building e gestionale, per 1-6 giocatori dai 14 anni in su, della durata di circa 45 minuti a partita, ideato da Peter McPerson, edito da Alderac Entertainment Group (Wormholes, Whirling Withchcraft) e portato nel nostro paese da Raven Distribution (Dual Powers Revolution 1917).
La Recensione completa di Tiny Towns
Tiny Towns, gioco da tavolo di cui vi proponiamo oggi la nostra recensione, è un titolo del 2019 distribuito a livello globale e piuttosto apprezzato dai giocatori di tutto il mondo.
L’obiettivo del gioco è quello di riempire al meglio la nostra plancia giocatore, costruendo edifici e accumulando il maggior numero possibile di punti vittoria.
Andiamo a vedere meglio di che si tratta.
- Una piccola città, ma ben confezionata
- Poche semplici regole non significa banalità
- Le conclusioni finali alla nostra recensione di Tiny Towns
Una piccola città, ma ben confezionata
La scatola del gioco, che potete acquistare a QUESTO INDIRIZZO, è capiente e funzionale. Al suo interno troviamo:
- 6 plance giocatore raffiguranti una griglia 4×4;
- 25 carte Edificio (1 cottage e 4 per ciascuno degli altri 6 tipi di edifici disponibili);
- 15 carte Monumento;
- 126 edifici e 6 monumenti in legno;
- 1 martello del Costruttore (primo giocatore);
- 90 cubetti risorsa colorati;
- 1 segnapunti;
- 15 carte Risorsa (per il solitario o per la variante Town Hall);
- il regolamento.
Le carte sono di due dimensioni diverse: monumenti ed edifici sono di misura 70 x 12o, mentre le carte Risorsa sono di misura Standard Card Game 63,5 x 88.
Quelle più grandi si mescolano di fatto solo ad inizio partita, mentre le Carte Risorsa, se utilizzate, si mescolano più spesso. Il nostro consiglio è comunuqe quello di proteggerle tutte con le apposite bustine protettive.
Il resto del materiale è tutto davvero di ottima qualità, plance spesse e componenti in legno ergonomiche e ben riconoscibili per lo meno nelle forme.
Poche semplici regole non significa banalità
Il setup del gioco è facilissimo: si mescolano i diversi mazzetti Edificio separatamente e se ne pesca uno per ciascun colore da piazzare in mezzo al tavolo, riponendo gli altri nella scatola, si mettono le componenti in legno accanto alle carte appena piazzate e si consegnano ai giocatori le plance, due Carte Monumento (dovremo sceglierne una e scartare l’altra) ed un Monumento (Edificio viola). Si inizia!
Il primo giocatore, quello che ha costruito qualcosa più di recente, prende il martello e dichiara quale risorsa fra le 5 disponibili (legno, grano, mattoni, vetro e pietra) dovrà essere presa dalla riserva e piazzata in uno dei 16 spazi liberi sulla propria plancia da parte di tutti i giocatori. Dopodiché passa il Martello in senso orario al giocatore successivo che farà altrettanto.
Fra la chiamata di una risorsa e la successiva è anche possibile costruire uno o più degli edifici comuni (quelli in mezzo al tavolo) e/o il proprio monumento. Per farlo basterà rispettare le regole di piazzamento delle risorse indicate sulla carta, liberare gli spazi occupati dalle risorse e piazzare l’Edificio corrispondente su uno degli spazi precedentemente occupato da una di esse. Le indicazioni della carta possono essere ruotate e/o specchiate a nostro piacimento.
Ciascun Edificio piazzato potrà farci maturare punti vittoria o regalarci particolari bonus, i Monumenti ci daranno un’abilità unica che non potrà essere sfruttata dagli avversari.
Ciascun giocatore termina la propria partita quando non può o non vuole piazzare altre risorse nel proprio villaggio. Gli altri continuano a giocare finché possono. Quando tutti hanno completato la propria città, ciascun giocatore elimina tutte le risorse inutilizzate dalla propria plancia e si contano i punti togliendo al totale 1 punto per ogni spazio vuoto nel proprio villaggio.
Chi ha più punti vince!
Le conclusioni finali alla nostra recensione di Tiny Towns
È arrivato il momento di tirare le conclusioni e chiudere la nostra recensione di Tiny Towns.
Come avrete intuito i punti forti del gioco sono sicuramente la semplicità delle regole ed il fatto che si tratti di un titolo non troppo pesante, cosa che fa sì che rappresenti anche un buon introduttivo per i giocatori non troppo avvezzi ai city building ed ai gestionali leggeri.
Il gioco in solitario è una classica sfida contro sé stessi a battere il proprio record di punteggio, tutto sommato divertente e sfidante. Di fatto si pescano 3 Carte Risorsa, se ne sceglie una, si prende la risorsa corrispondente e si scarta la carta scelta rivelandone un’altra. Per il resto tutto funziona allo stesso modo di come funzionerebbe una partita in più giocatori.
La presenza di alea è abbastanza irrisoria e legata essenzialmente al fatto che non sappiamo, almeno inizialmente, quale risorsa sceglierà il giocatore di turno. Ma, una volta capito il funzionamento del gioco, se diamo un’occhiata alle plance avversarie potremo intuire cosa stanno provando a costruire i nostri avversari e quindi riuscire a supporre quale risorsa dichiareranno nel proprio turno.
C’è però da dire che alcuni monumenti (come ad esempio l’Obelisco) sono decisamente più forti di altri e potrebbero sbilanciare un pochino troppo gli esiti della partita.
Vista la grande quantità di combinazioni di Edifici che si possono creare Tiny Towns presenta sicuramente un’altissima rigiocabilità ed una buona variabilità.
Anche la scalabilità è molto buona. Probabilmente il gioco da il meglio di sé in 3 o 4 giocatori, ma è strutturato per risultare molto divertente anche quando si gioca in 5 o 6 o quando si è in coppia.
Insomma concludendo la nostra recensione dicendo che Tiny Towns ci ha convinto. Il gioco è semplice, tutto sommato veloce e può essere intavolato più o meno con chiunque e rappresenta un buon compromesso fra semplicità e profondità di gioco.