Si dice che tutte le cose belle debbano finire, e purtroppo la Via Lattea non fa eccezione, visto che un destino oscuro sembra attendere la nostra galassia.
Gli astronomi prevedono che tra 4 o 5 miliardi di anni la nostra galassia inizierà a scontrarsi con Andromeda, distante circa 2,538 milioni di anni luce dalla Terra, anche se una nuova ricerca suggerisce una fine ancora più inquietante: invece di essere distrutta da questa collisione cosmica, la Via Lattea potrebbe iniziare ad autodistruggersi dall’interno.
Una galassia caotica e iperattiva ci sta avvisando?
Tutto parte dall’osservazione della galassia a spirale 2MASX J3453268−0449256 (sì, un nome che sembra una password del wifi) che si trova a circa un miliardo di anni luce da noi e ha una particolarità inquietante: il suo buco nero centrale, invece di starsene tranquillo come il nostro Sagittarius A* (Sgr A), spara nello spazio giganteschi getti di energia lunghi 6 milioni di anni luce.
Un team internazionale di scienziati ha scoperto questa attività frenetica grazie all’incrocio dei dati raccolti dal telescopio spaziale Hubble, dal Giant Metrewave Radio Telescope ( ituato in India, dall’Atacama Large Millimeter Wave Array in Cile, oltre che da altre analisi a più lunghezze d’onda.
Lo studio, pubblicato il 20 marzo scorso sulla rivista Monthly notices of the royal astronomical society, mette in discussione molte delle idee tradizionali su come funzionano le galassie e le forze che le plasmano. In teoria, una galassia a spirale come 2MASX J3453268−0449256 non dovrebbe sopravvivere a un tale caos. I potenti getti radio del suo buco nero dovrebbero distruggere la sua struttura, eppure questa galassia è ancora lì, con i suoi bei bracci a spirale ben definiti, un anello stellare stabile e un centro molto luminoso.
“Questa scoperta non è solo una curiosità astronomica, ma ci costringe a ripensare come si evolvono le galassie e il ruolo dei buchi neri supermassicci nel loro sviluppo”, ha dichiarato Joydeep Bagchi, autore principale dello studio e professore all’Università Christ di Bangalore.
E se capitasse alla Via Lattea?
Secondo gli scienziati, un destino simile potrebbe toccare anche a noi se il nostro buco nero, Sgr A (attualmente in fase di “letargo”) dovesse svegliarsi e iniziare a divorare una stella, una nube di gas o addirittura una galassia nana. Questi eventi, noti come Tidal Disruption Events (TDE), possono generare getti di energia così potenti da devastare tutto quello che incontrano.
E se un giorno questi raggi cosmici fossero diretti proprio verso il nostro sistema solare? Beh, le conseguenze sarebbero catastrofiche: atmosfera terrestre spazzata via, dna mutato dalle radiazioni, ozono distrutto e, giusto per non farci mancare nulla, un’estinzione di massa in stile giurassico.
Fortunatamente, gli astronomi ritengono che la possibilità di un simile disastro sia piuttosto remota… almeno per quanto riguarda il prossimo futuro.
Studiare le galassie più strane per capire il nostro destino e anche l’origine della vita
Anche se la Via Lattea sembra al sicuro per ora, galassie come 2MASX J3453268−0449256 ci offrono indizi cruciali su come funzionano le forze più oscure e misteriose dell’universo. Capire queste sue rare anomalie, questa particolare galassia potrebbe aiutarci a svelare i misteri della materia oscura, il destino a lungo termine delle galassie e, chissà, magari persino l’origine della vita.
“Questo studio ci avvicina di un passo alla comprensione dei segreti del cosmo” afferma Ahankar Ray, co-autore dello studio e dottorando in astronomia. “La ricerca ci ricorda che l’universo ha ancora molte sorprese in serbo per noi.”
Insomma, in un modo o nell’altro il destino della Via Lattea si preannuncia, comunque, catastrofico ma noi non dovremo preoccuparcene per qualche miliardo di anni, orizzonte temporale che probabilmente ci vedrà già coloni di mondi e galassie lontane anni luce dalla nostra.