Vikings Gone wild è uno degli esempi in cui le ottime idee possono essere sfruttate su più media, mantenendo sempre un buon livello di qualità e divertimento. Nasce infatti nel 2013 come videogioco per Facebook riscuotendo un buon successo, e nel 2016 parte la campagna Kickstarter che viene finanziata senza problemi con lo sblocco di tutti gli stretch goal!
La versione da tavolo di Vikings Gone Wild prende dal videogioco la costruzione e la gestione del villaggio vichingo, gli attacchi agli altri giocatori e la possibilità di difendersi, il tutto gestito da una meccanica di deck bulding molto snella e divertente.
Per quanto mi riguarda ha il merito, assieme a Clank! e a Mystic Vale, di aver reinterpretato il deck building in maniera molto interessante, divertente e creativa. L’unica pecca è che non è ancora stato portato in Italia.
Vikings Gone Wild è per 2-4 giocatori dai 14 anni in su, per la durata di circa 45-90 minuti in base al numero dei giocatori. Edito da Lucky Duck Game (Zombie Tsunami, Jetpack Joyride), l’autore è Julien Vergonjeanne.
Scopriamo Vikings Gone Wild
Nella scatola troviamo:
- 1 tabellone
- 27 token in cartone
- 50 token in legno
- 4 plance giocatore
- 220 carte
- 1 regolamento
Il cartone di token e tabellone è abbastanza spesso e resistente. I token risorsa in legno rispecchiano quello che rappresentano: i barili di birra per la birra e i lingotti d’oro per l’oro. Le plance dei giocatori sono in carta spessa, ma non è assolutamente un problema per quello che devono fare.
Le carte sono di fattura media e considerato quanto devono essere mischiate, consiglio di imbustarle (58mm x 89mm), almeno quelle che vanno a finire nel mazzo di pesca dei giocatori. Queste ultime hanno tutte lo stesso dorso e per fare più in fretta a dividerle alla fine del gioco ogni categoria ha un bordo interno di diverso colore.
Tutte le illustrazioni sono molto colorate e cartoonesche, ironiche mentre prendono in giro gli stereotipi dei vichinghi (basta pensare che le due valute del gioco sono birra e oro…), e comunque l’autore prende grande spunto dalla cultura norrena (sì, c’è Thor e sì, c’è Mjolnir).
Il regolamento (in inglese) è molto chiaro, ricco di esempi e illustrazioni, con una lista di FAQ alla fine e un breve memorandum di regole basilari.
Costruiamo il nostro villaggio
Ogni giocatore riceve una plancia, due token di colore uguale (uno va messo sulla plancia e l’altro all’inizio del tracciato dei punti vittoria), due carte Missione di valore 1 scoperte, 3 carte Town Hall e il mazzo base composto da 10 carte: 6 Birre, 2 Ori e 2 Guerrieri Vichinghi. Mettete la carta Town Hall di livello 1 scoperta a lato della plancia e le altre 2 sotto di essa. Mischiate le carte del mazzo base e pescatene 5: questa è la vostra mano iniziale.
Il tabellone di gioco sembra, a prima vista, più complicato di quanto in effetti è. Nella fila in alto posizionate le carte del Sentiero di Odino, scoprendone 5. Poi dividete le carte edificio e mettetele negli spazi a destra mentre a sinistra dividete e posizionate le carte Unità e Difesa. Nell’ultima fila mettete a destra 4 carte Bonus di fine partita scoperte, a sinistra le carte Favore Divino scoprendone 2 e al centro le carte Missione, coperte, avendo avuto cura di aver mischiato in cima le carte con valore 1 e a seguire le carte con valore 2 e 3 mischiate assieme.
Infine a disposizione di tutti mettete i token costruzione / attacco e le risorse.
Ogni round di gioco si articola in 5 fasi:
- Produzione;
- Pesca;
- Giocatori;
- Stoccaggio;
- Fine round.
Produzione: in questa fase i giocatori che hanno edifici che producono qualcosa, mettono un’unità di materiale sulla carta corrispondente: ad esempio un barile di birra sulla Fabbrica di Birra.
Pesca: tutti i giocatori pescano 5 carte più le carte bonus derivate degli edifici che hanno in gioco.
Giocatori: i questa fase i giocatori, a partire dal primo, possono eseguire 6 tipi di azioni.
- Comprare Unità, Difese o carte del Sentiero di Odino pagando le relative risorse indicate sulla carta in alto a destra e mettendole nella pila degli scarti.
- Comprare Edifici mettendoli di fianco al Town Hall con un token “costruzione” sopra.
- Migliorare il Town Hall.
- Attaccare. Potete attaccare un solo giocatore nel vostro turno e solo gli edifici che non sono in costruzione. Perché un attacco abbia successo il valore di attacco della carta Unità o Eroe deve essere uguale o superiore al valore di difesa della carta Edificio che attaccate. Più attacchi vincenti riuscite a portare migliore sarà il bottino in termini di Punti Vittoria. Il vostro avversario può aumentare il valore di difesa dell’edificio attaccato giocando le carte Difesa, se ne ha in mano. Potete anche attaccare i Non Morti del sentiero di Odino e il Drago al centro del tabellone.
- Completare una Missione se soddisfate i requisiti.
- Scambiare risorse nel rapporto di 2 a 1.
Stoccaggio: potete spostare le risorse non usate nei magazzini che avete costruito.
Fine round: scartate le carte, togliete i token costruzione/attacco, scartate l’ultima carta del Sentiero di Odino, spostate tutte le altre verso destra e scopritene una nuova, il token Primo giocatore passa a sinistra.
Il gioco finisce quando un giocatore raggiunge i 40 punti (2 giocatori) o 30 punti (3 o 4 giocatori). Si finisce il turno di gioco e poi si controllano le maggioranze delle carte bonus aggiungendo i punti ai giocatori. Chi al termine del conteggio avrà più punti sarà il vincitore.
Conclusioni
Vikings gone wild ci è piaciuto! Un deck building molto snello, i mazzi non diventano eccessivamente “lunghi” da non essere più controllabili, soprattutto grazie al fatto che spesso usiamo le risorse per acquistare le carte edificio, con relativi bonus, che rimangono sempre sul tavolo. Di conseguenza l’alea non è così svantaggiosa rispetto ad altri giochi simili.
All’inizio farete fatica a macinare punti vittoria, ma con il progredire del gioco e l’aumentare delle Unità riuscirete ad aumentare il numero e l’efficacia degli attacchi. Oppure potete decidere per una tattica legata all’accumulo di risorse, ma mi sembra più lenta da portare a termine.
La longevità è buona e a questo proposito sono già uscite ben 4 espansioni: una trasforma il gioco in cooperativo, una permette il gioco di squadra e due aumentano le carte per il modulo base introducendo la magia e gli elementi. Nell’ordine si chiamano: Ragnarok, Guild Wars, It’s a Kind of Magic e Masters of Elements. Volendo c’è anche l’espansione per aggiungere il quinto giocatore.
Non è un gioco per neofiti ma neanche un cinghiale da battaglia, e l’età dichiarata (14 anni) mi sembra corretta considerando l’insieme degli elementi di cui tenere conto.
Lo considero, al pari dei giochi già citati in cima all’articolo, un bell’esempio di innovazione e rimescolamento delle meccaniche del deck building. In più è snello nella gestione, con regole semplici e che equilibrano bene tutto il gioco: ad esempio il non poter attaccare lo stesso giocatore da parte di più avversari.
Vikings gone wild non sarà un capolavoro, ma dal punto di vista del divertimento fa il suo molto bene e se siete amanti dei deck building (e masticate un po’ di semplice inglese) non dovreste assolutamente lasciarvelo scappare!