All’interno del mito di Warhammer 40k, l’universo futuro creato da Games Workshop, sono celate centinaia di storie. Negli ultimi anni, anche in Italia la forte caratterizzazione di questo universo ha lasciato il mondo dei boardgame da cui prede vita per approdare su nuovi contesti. In principio sono stati videogames come Dawn of War o Inquisitor Martyr, ma qualche tempo fa Mondadori ha tentato di proporre ai lettori italiani il primo libro della collana de L’Eresia di Horus, che mentre nel resto mondo prosegue da ben 25 anni grazie alla Black Library, nel nostro paese non ha avuto un buon seguito. Panini Comics ha scelto di non arrendersi, ed in quest’ultimo periodo è arrivata in fumetteria con Warhammer 40000: Volontà di Ferro.
Questo volume a fumetti è il primo capitolo di una saga di Titan Comics che vede come protagonisti gli Adeptus Astartes di uno dei capitoli più enigmatici e complessi dell’Imperium: gli Angeli Oscuri. Fin dai tempi dell’Eresia di Horus, infatti, gli Space Marines di questo capitolo sono visti con un certo sospetto, per via del loro agire misterioso. Questo aspetto della loro dottrina si è già prestato in passato ad alcuni interessanti prodotti legati a Warhammer 40k, come il videogioco Deathwing o la saga di libri iniziata da Gav Thorpe con Angel of Darkness.
Warhammer 40000: Volontà di Ferro, il primo capitolo di una serie di fumetti dedicata all’universo futuro creato da Games Workshop
Warhammer 40000: Volontà di Ferro si prefigge di presentare nuovamente il capitolo degli Angeli Oscuri alle prese con la difesa di uno segreti al centro della loro sopravvivenza nella società fortemente sospettosa e severa dell’Imperium. George Mann, autore della storia che abbiamo letto, ha messo una divisione di Angeli Oscuri sulle tracce di un misterioso reperto del capitolo custodito su un remoto pianeta, rimasto avvolto dalle nebbie del warp per millenni.
Nel costruire la sua narrazione, Mann ha saputo valorizzare i punti cardine del mito degli Angeli Oscuri. La cerchia ristretta di membri del capitolo a conoscenza dei segreti più antichi è uno degli aspetti più affascinanti del mito dei figli di Lion El’Jonson, detentori dei misteri più ignobili del capitolo. Questo peso di mantenere il riserbo e cacciare i rei di tradimento è una missione che tutti gli Angeli Oscuri di un certo lignaggio affrontano prima o poi, ma i semplici fratelli combattenti spesso sono schierati senza conoscere il vero scopo della loro missione.
La missione su Exyrion è uno di questi casi. Mann con agilità riesce ad evitare di rivelare troppo della caratterizzazione del capitolo, invogliando specialmente ha meno familiarità con l’universo del 41 esimo millennio ad approfondire la lettura. Warhammer 40000: Volontà di ferro è un primo passo ideale non solo all’interno dell’ambientazione di Games Workshop ma anche per conoscere gli Angeli Oscuri.
L’intricata trama ordita da Mann fa entrare in scena anche la temuta Inquisizione, da sempre sospettosa delle attività. L’inquisitrice Sabbathiel incarna al meglio la tenacia e l’asprezza dei metodi dell’Inquisizione, un personaggio perfettamente ideato e la cui presenza all’interno di questa storia è centrale.
Mann ha sempre però a cuore la vera anima del 41esimo e lo dimostra in pieno. Warhammer 40000: Volontà di ferro non lesina combattimenti e scontri tra Angeli Oscuri ed una delle Legioni Traditrici, i Guerrieri di Ferro. La ferocia della battaglia è rispecchiata anche nei dialoghi carichi di odio e violenza che aleggiano sul campo di battaglia, perfetta riproduzione dello stile di Warhammer 40k. La vera sfida affrontando una narrazione di questo universo narrativo è cogliere ogni sfumatura del futuro cupo immaginato da Games Workshop, scegliendo con attenzione il tono dei discorsi, legati ad un’ampollosità ufficiale e una totale anarchia emotiva nelle situazioni più concitate. Mann riesce a far proprie queste sfumature, inserendole alla perfezione nella sua narrazione.
Tocca però a Tazio Bettin affrontare la sfida di rendere graficamente Warhammer 40000: Volontà di Ferro. Il disegnatore riesce a trasmettere il forte stile gotico che da sempre caratterizza l’ambientazione. Bettin preferisce un approccio morbido e più agile rispetto a certi lavori in cui si punta a dare un aspetto epico a Warhammer 40k, privilegiando la cura di particolari più focalizzati sui personaggi che non sull’ambiente circostante. Questo non toglie che alcune tavole siano particolarmente suggestive, grazie ad attenti giochi di luce in fase di colorazione e a pose epiche dei personaggi. Le scene di battaglia sono stupende, violente e leggendarie come ci si attende da una storia di Warhammer 40k.
Warhammer 40000: Volontà di ferro è il primo capitolo di questa saga, una serie che potremo seguire grazie a Panini Comics, che pubblica in Italia questo filone narrativo di Titan Comics. Inizia ora la spasmodica attesa per il prossimo capitolo, dopo un finale vagamente inquietante.